venerdì 22 marzo 2019

Pitti Taste 2019, il mio viaggio nel gusto.




Le eccellenze del gusto italiane tutte schierate in bella mostra tra le mura storiche ed i binari della Stazione Leopolda di Firenze. Anche quest'anno Taste ha chiuso la sua tre giorni con un crescendo di numeri che hanno fatto intendere che cresce l'entusiamo e i palati fini, tra espositori, buyer e semplici appassionati del buon cibo, tutti alla scoperta e alla riscoperta della ricchezza gastronomica italiana.

Una marea umana composta da appassionati di food, chef, personaggi di spicco, produttori, food blogger, operatori del settore,  che lungo i corridoi della Leopolda si sono sfidati in quella bolgia umana, nella ricerca dell'ultima novità sul mercato, tra formaggi, salumi, tartufi, pasta, riso e che hanno portato il Taste Shop a vendere circa 16.400 prodotti!!




Vediamo adesso cosa mi è veramente piaciuto di questa edizione di Taste14






Carmasciando

E' una giovane azienda agricola che in Irpinia, nel Carmasciano  alleva circa 450 pecore e con il loro latte  produce formaggio pecorino affinato  con vinacce, erbe spontanee, foglie di noce, frutta secca, funghi e tartufi. Un'esplosione di sapori e profumi.




Bedogni Egidio

Direttamente da Langhirano producono salumi di eccellenza. Fantastico il carpaccio di bresaola di chianina e la porchetta di tacchino arrosto; la leggerezza della carne bianca e il sapore intenso e aromatico della porchetta! Ottimo  per chi segue un'alimentazione equilibrata.









Friultrota

Direttamente da San Daniele, la Regina di San Daniele;il filetto di trota affumicato a freddo, spinato e pronto per essere consumato,  l'aringa sciocca, il baccalà delicato
La novità che di questo Taste 2019 è un delizioso filetto di salmone marinato sottovuoto a bassa temperatura, insaporito  con pepe nero, dalla consistenza e sapore molto particolari, che ricordano tantissimo la delicatezza di una carne arrosto come quella  del  roast beef.
Ottimo tagliato appena tolto dal frigo e servito a temperatura ambiente, con un filo d'olio extravergine d'oliva, ma le idee in cucina con questo tipo di preparazione sono veramente infinite.




Riso Carnaroli Riserva San Massimo

Nella riserva incontaminata di San Massimo, nasce il riso più prestigioso e buono del territorio nazionale. L'autentico Carnaroli, che sotto l'occhio attento di Dino Massignani, che ne segue ogni processo dalla semina fino alla trebbiatura e confezionamento, diventa il magnifico interprete di risotti di altissima qualità.




De Magi di Andrea Magi


Affinatore, assaggiatore, ricercatore, selezionatore, questo e molto altro fanno di Andrea Magi il più grande" trasformatore" di formaggi, che con la sua passione riesce renderli e unici e inimitabili!
Formaggi maturati in grotte o celle, oppure ricoperti da foglie, erbe o spezie  a seconda dell'estro che Andrea ha in quel momento, e vi posso assicurare che una degustazione di formaggi al suo stand è un "viaggio" meraviglioso e imperdibile che ognuno di noi si dovrebbe regalare almeno una volta nella vita.
A questa edizione di Taste faceva bella mostra di se  un nuovo erborinato, un formaggio perfetto da consumare a fine pasto al posto del dessert; blu vaccino con zafferano, Grand Marnier e arancia candita. Se vi capita di incontrare Andrea a qualche evento, fermatevi e ditegli che lo volete assaggiare e poi ringraziatelo per avervi stupito ancora una volta con i suoi gioielli!







Terre di Grifonetto







Angelica Pistelli e sua mamma Francesca Cassano, curano l'azienda di famiglia Terre di Grifonetto che si trova a Magione, sulle colline del Lago Trasimeno.
Dai cultivar leccino, moraiolo, frantoio e dolce agoio, e dall'attenzione che prestano dalla raccolta fino alla frangitura, gramolatura ed estrazione e alla non meno importante conservazione, ottengono eccellenti oli extravergini d'oliva, come il Monocultivar, il Biologico ed il Blend.

Dallo scorso anno poi, è nata anche una linea di prodotti dolciari e non solo, che utilizzano l'olio extravergine al posto del burro, prestando così una maggiore attenzione alla salute con prodotti golosi e genuini.






Caseificio Val D'aveto


Dalle valli Aveto e Trebbia in Liguria, in mezzo alla natura nasce questa azienda che produce formaggi freschi, stagionati, ma soprattutto uno yogurt fantastico!
Dolce, cremoso, prodotto solo con latte bovino della zona, senza addensanti, adittivi chimici, panna o zuccheri; gli unici zuccheri presenti sono quelli presenti nella frutta  e nelle creme.
Ho avuto la fortuna di assaggiare le due novità presentate a Taste: Lo yogurt colato con strudel di mele e quello con fragoline di bosco e savoiardi e la cosa che mi ha più fatto piacere è che queste delizie si trovano tranquillamente in quasi tutti i supermercati!






Un appunto però su questa edizione  lo devo fare; gli striscioni sopra ogni stand con i nomi delle aziende,  che dovevano ricordare la carta  da pane ( questa edizione era dedicata al "pianeta pane") erano la cosa più illeggibile e brutta che mi sia capitata di vedere in questi nove anni di Taste. Impossibile leggere con chiarezza i nomi, forse sarà il caso di tornare a qualcosa di più sobrio e meno glamour  e soprattutto leggibile.

Ci vediamo a Taste15!

martedì 19 marzo 2019

Frittelle di riso di San Giuseppe





 Questa è una delle poche ricette che cucino solo ed esclusivamente per San Giuseppe  o come viene definita dai più, la festa del babbo per chi è toscano e del papà per il resto d'Italia.
Nemmeno a carnevale cedo alla tentazione di prepararle, nonostante siano un dolce fritto  e mio figlio Riccardo me le chieda con insistenza. Le frittelle di riso si preparano il 19 Marzo, punto!
In Toscana il riso è un ingrediente che viene spesso usato nelle preparazioni dei dolci; la torta di riso carrarina, i budini di riso golosissimi con il loro guscio di pasta frolla, oppure la torta di riso che preparava sempre la mia mamma e che adesso  preparo  io  quando la sua  nostalgia si fa troppo insistente.

Anche le frittelle di riso sono legate ad un ricordo; erano le preferite di mio padre e qualche anno fa ho postato la ricetta delle frittelle che preparava la mia mamma per lui. Non è mai facile quando un genitore ci lascia quando siamo poco più che adolescenti; la sua mancanza si farà sentire anche a distanza di tanti anni.

Questa versione invece l'ho presa in prestito da una cara amica, quasi vicina di casa. Sara ha un bellissimo blog con ricette che rimandano alla tradizione toscana e altrettante innovative e moderne ed è una garanzia. Queste sono le frittelle che preparava la nonna Lilia e per me, le ricette di famiglia sono una garanzia a prescindere.
Potevo non fidarmi?



Frittelle di San Giuseppe

Ingredienti per circa 40 frittelle

  • 1 litro di latte
  • 1 baccello di vaniglia o in alternativa un goccio di estratto
  • 300 g di riso Originario
  • 3 uova
  • 3 cucchiai di zucchero semolato
  • 30 g di burro
  • la scorza di un limone biologico
  • 15 g di lievito per dolci
  • sale un pizzico
  • 3 cucchiai di Vin Santo o Rum
  • olio di arachide per friggere





Scaldate il latte unendo la bacca di vaniglia aperta a metà; dopo circa 5 minuti unite il riso e dopo qualche minuto anche il pizzico di sale, lo zucchero la scorza di limone ed il burro e cuocete per circa 20 minuti mescolando spesso. Quando il composto sarà abbastanza cremoso togliete dal fuoco,  eliminate la scorza d'arancia e se avete utilizzato la bacca di vaniglia questo è il momento per raschiare i semi ed aggiungerli al resto del composto.
Coprite con un coperchio e fate riposare  per circa 40 minuti mescolando ogni tanto.
Trascorso questo tempo unite le uova una alla volta, poi il Vin Santo o il Rum e per ultimo il lievito per dolci.
Lasciate riposare per altri 15 minuti
Scaldate l'olio d'arachide nella padella e poi formate le frittelle aiutandovi con due cucchiai; cuocetele fino a doratura poi scolatele e eliminate l'olio in eccesso e cospargetele di zucchero semolato.

martedì 5 marzo 2019

Migliaccio napoletano





Ultimo giorno di carnevale e io arrivo con una ricetta della tradizione napoletana che prevede stranamente un dolce non fritto; il migliaccio napoletano.

Ricetta antichissima che arriva direttamente dal medioevo, il miliaccium era preparato con la farina di miglio a cui veniva aggiunto il sangue del maiale, ma verso la fine del 700 questa usanza venne sostituita con l'aggiunta di ingredienti ben più gradevoli, come  lo zucchero, la ricotta e le uova, facendolo somigliare molto alla versione che tutti conosciamo.

E' un dolce morbido, alto  e i profumi ed i sapori ricordano molto la pastiera e la sfogliatella ed ha una consistenza  molto, ma molto gradevole.

Ero abituata nel preparare dolci soprattutto fritti per martedì grasso, friotoe, cenci, lattughe, graffe napoletane, ma quando ho letto questa ricetta da Simona,che reputo una garanzia per le ricette della tradizione partenopea e non solo, non ho esitato un momento a mettermi ai fornelli e preparare questa torta che è piaciuta veramente a tutti.

Un dolce veramente buono, piacevolmente profumato di agrumi e vaniglia, dalla consistenza umida e cremosa  grazie alla presenza del semolino e non fritto...

Devo scrivere altro per convincervi a provarlo?


Migliaccio napoletano


Per una teglia da 20-22 cm di Ø



  • 500 g di latte
  • 180 g di semolino
  • 300 ml di acqua
  • 250 g di zucchero semolato
  • 250 g di ricotta fresca di pecora o vaccina
  • 3 uova intere 
  • 50 g di burro
  • 2 arance biologiche
  • 2 limoni
  • 2 cucchiai di essenza di vaniglia
  • zucchero a velo per guarnire
  • acqua millefiori solo se l'avete a portata di mano







Lavate  gli agrumi, poi prelevate la buccia intera ad un limone e ad un'arancia lasciando da parte gli altri due.
In una pentola mettete il latte, le bucce, l'acqua, 50 g di zucchero, il burro e la vaniglia e scaldate a fuoco medio fino a che il burro e lo zucchero non saranno completamente sciolti. Versate il semolino, abbassate la fiamma e con la frusta iniziate a girare fino a che il composto non si sarà rappreso; eliminate le bucce degli agrumi, ripulendole molto bene e versate la crema su di un un piatto. Copritela con la pellicola e lasciatela raffreddare.



Montate le uova con il resto dello zucchero ( 200 g) e le bucce grattugiate del limone e dell'arancia che avevate lasciato da parte, fino a che non sarà bello spumoso, quindi aggiungete la ricotta passata a setaccio e montate di nuovo per amalgamare bene il tutto ed unite anche il composto di semolino oramai freddo.
Montate ancora con le fruste fino a che l'impasto non sarà liscio e privo di grumi. Se volete potete unire l'aroma mille fiori
Imburrate e infarinate bene la teglia e versateci l'impasto.




Scaldate il forno a 180° e una volta raggiunta la temperatura infornate nella parte media e fate cuocere per circa 50 minuti se utilizzate una teglia da 20 cm di diametro, altrimenti se il diametro è di 22-24 cm 40 minuti saranno sufficienti.

Sfornate e lasciate raffreddare nella teglia per un'ora circa, poi toglietelo dalla teglia e adagiatelo in un piatto.

Una spolverata di zucchero a velo e il migliaccio è pronto per essere servito.

Se lo lasciate riposare fino al giorno dopo sarà ancora più buono. Potete conservarlo per 3-4 giorni a temperatura ambiente oppure anche in frigo, dove prenderà le caratteristiche di un buonissimo semifreddo.

Vuoi altre idee di dolci di carnevale non fritti?