mercoledì 28 gennaio 2015

Torta morbida al cioccolato

torta morbida al cioccolato







A volte, ci si può sentire  anche come questa torta, non esteticamente belle, con crepe, avvallamenti e difetti. Questo accade soprattutto a noi donne, in quei momenti della giornata, o anche del mese,  in cui si vede tutto nero, dove non ne va mai bene una, dove ti anche capitare, di passare davanti ad uno specchio e di non riuscire a riconoscerti.
Ti guardi, ti osservi, ti scruti, pensi a quei kg, che non se ne vogliono andare, e che sinceramente, diciamolo, manco fai nulla  per scrollarteli di dosso. Si ammettilo, sei diventata pigra!
Controlli la ricrescita, che adesso si fa vedere spudorata sempre più spesso, e pensi che se forse babbo, ti avesse lasciato la sua altezza, invece di una precocissima canuticità ( ma esiste sta parola?) adesso, saresti si grassoccia, ma con un peso ben distribuito, in base all'altezza!
E continui a guardarti allo specchio, fai le smorfie, metti a fuoco, strizzando gli occhi... quegli occhi che sono miopi e astigmatici da una vita, e pensi che tra poco, inevitavìbilmente, diverranno anche presbiti e allora si che ti scapperà da ridere!
Ma poi ti riguadi meglio, e dici... ma chissenefrega... non sarò perfetta, ma qualcosa di buono, ci sarà rimasto, ancora in me?

E poi guardi questa torta, esteticamente ed esteriormente discutibile, ma con un interno che fa commuovere per la sua bontà, poi pensi a te stessa, alla tua parte esteriore e a quella interiore, e pensi, che ti piaci anche così!

P.S.però se iniziassi  a fare quei maledettissini 10.000 passi al giorno, male non mi farebbe!





torta morbida al cioccolato2



Torta morbida al cioccolato


250 g di cioccolato fondente al 70% di cacao

150 g di burro

200 g di zucchero

5 uova

2 cucchiai di farina

1 cucchiaio di latte

1 cucchiaino da tè di cacao in polvere












Spezzetta il cioccolato dentro una ciotola, i unisci  il burro a pezzetti e fai fondere il tutto, a bagnomaria.

Setaccia la farina con il cacao.

Rompi le uova, separa i tuorli dagli albumi, aggiungi ai tuorli lo zucchero e il cucchiaio di latte e lavora con il cucchiaio di legno fino ad ottenere un composto spumoso e biancastro.

Unisci  il miscuglio di farina e cacao, mescola bene e riunisci  i due composti, quello di cioccolato e quello d’uovo, amalgamandoli bene.

 Montata a neve gli albumi, e uniscili  delicatamente al composto.

Imburra una tortiera da crostate (28 cm), versaci  l’impasto e mett nel forno già caldo a 160° per 25 minuti.

Servi la torta preferibilmente tiepida, ma se la vuoi preparare  in anticipo, puoi  scaldarla tranquillamente, per qualche minuto,nel forno

Puoi  accompagnare questa autentica goduria, con della panna panna montata, oppure con crema inglese


mercoledì 21 gennaio 2015

La Sardegna che non ti aspetti. Parte Prima, Alghero e Sassari, e la ricetta delle Panadas

La Sardegna, come le due  facce di una medaglia.
Da una parte, quella conosciuta sulle pagine patinate dei cataloghi delle agenzie, con le sue spiagge immacolate, i suoi porticcioli   con gli yatch ipertecnologici, il lusso a volte gridato con voce troppo alta, tanto da poter dar quasi fastidio,!
E poi c'è l'altra, quella che piace a me, quella delle calette nascoste, della terra aspra ancora incontaminata, quella dei silenzi, del vento che ti scompiglia i capelli, delle gole dei fiumi  che se le percorri ti portano al mare, quel mare turchese, cristallino, che difficilmente trovi, in altri luoghi.

Come si può capire, sono un tipo un po' selvaggio  a cui piace poter scoprire quelle spiagge lontane dalla calca e dal sovraffollamento, e di cui la Sardegna per fortuna  ne è ancora ricca, ma non disdegno nemmeno di scoprire anche le zone lontane dal mare, perché anche loro hanno il loro fascino, per fortuna ancora incontaminato.


Ecco perché, quando  l'Associazione Italiana Food Blogger, di cui faccio parte ha comunicato che c'era la possibilità per i soci Aifb, di fare un blogtour  nella Sardegna sconosciuta, mi sono subito candidata. Le Camere di Commercio, di Sassari, Oristano, Cagliari e Nuoro, hanno organizzato un magnifico viaggio culturale e enogastronomico, che ci ha dato modo di conoscere realtà che altrimenti sarebbero rimaste nascoste, solo a chi ha la fortuna di vivere sull'isola.

Partiti da Roma, atterrati ad Alghero, il tempo di recuperare la valigia, ed in meno di 20 minuti, eravamo già nella prima azienda che avremmo visitato, L'accademia Olearia ad Ungias, della famiglia Fois.




Accompagnati dal Dott. Giuseppe Izza, agronomo e quindi profondo conoscitore sia dell'olio extravergine d'oliva  che del vino sardo, abbiamo iniziato il nostro percorso dentro al moderno frantoio della famiglia Fois, partendo dal momento in cui le olive vengono accolte, lavate ed asciugate, fino alla fine della lavorazione, e quindi all'estrazione delle prime gocce di olio.
Grazie alla vicinanza del mare, al clima mite, un suolo particolarmente adatto, e alla selezione del cultivar degli olivi, l'azienda vanta numerosissimi riconoscimenti in premi, per la qualità eccellente del suo olio extra vergine.
 
 
 
 
 

 


 

 



 

 


 Spostandoci di pochi km, siamo arrivati alle Tenute Deloghu, sulla S.S 291 a Sassari, per quella che sarebbe dovuta essere una semplice degustazione dei prodotti tipici locali.
 






Qua, abbiamo conosciuto Piero Delogu, che coltiva le sue vigne nella campagna che circonda Alghero, e miscelando sapientemente tre ingredienti fondamentali, l'uomo, la terra ed il  tempo, ed ovviamente l'aiuto di un  clima particolarmente favorevole,  riesce ad ottenere tre vini magnifici, come Ego, Geo e Die, i vini che hanno accompagnato la nostra degustazione guidata.


 
 
 
 
 
 
 
I salumi sardi, ottenuti dalla razza autoctona Sarda, saporiti e gustosi, e con l'accorgimento che ci hanno suggerito, e cioè quello di assaggiare, sempre partendo dal salume più chiaro, per finire a quello dal colore più scuro, suggerimento che abbiamo particolarmente apprezzato, ovviamente perché il più chiaro è meno stagionato e con un sapore più delicato, mentre quello più scuro, è molto più sapido e saporito.
 
 
 
 
 
Il carciofo spinoso sardo, con le caratteristiche di essere morbido e saporito, tanto da poter essere gustato crudo, con dell'ottima bottarga di muggine,
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Per la prima volta, ho potuto gustare ed apprezzare i ricci crudi, che sono  protetti da norme severe  che ne preservano la specie, semplicemente adagiati su del pane, ma con un sapore unico, che ricorda tantissimo il mare.
 
Visto che questo è un blog di cucina, vi lascio anche una ricetta al volo, che ci hanno suggerito, per fare dei spaghetti ai ricci di mare, strepitosi ...
 
Spaghetti ai ricci di mare
In una padella con dell'olio extravergine d'oliva, fate insaporire dell'aglio intero, si toglie l'aglio, si fanno saltare gli spaghetti al dente, si unisce la polpa di riccio cruda, una spolverata di prezzemolo, ed il piatto è pronto.
 
 
 
 




 
 
 
 
 




 







 I formaggi sardi, pecorini a Denominazione di Origine, come il Pecorino Sardo,   Il Pecorino Fiore Sardo, dal gusto dolce, e il Pecorino Romano, ingrediente indispensabile, per fare un'ottima carbonara.






 
 
 
 

 E poi finiamo il nostro pranzo, con i dolci fantastici sardi, semplici, schietti, senza troppi fronzoli, che ti catturano semplicemente per il loro sapore di buono.




Una menzione speciale va a questi dolci, che si chiamano Tabaccheras, e sono tipici della zona di Alghero. Sono dei dolcetti, con un involucro di pasta ottenuto da farina 00 e farina di semola, strutto, uova zucchero ed acqua, e al loro interno, nascondono una crema deliziosa di biancomangiare. Non sono fritti, ma cotti in forno, e posso assicurarvi che sono deliziosi.





Le Tiricche, con all'interno la sapa, anche loro dolcetti tipici del nord della Sardegna.



 
 
Il nostro primo giorno, in terra sarda, non si è ancora concluso...ci attende una vera e propria lezione di cucina, presso l'Agriturismo Pedru Caddu, a Tula.
 
L'agriturismo è situato in un posto bellissimo, praticamente affacciato sul lago Coghinas, meta indiscussa da chi pratica la pesca ai bass...( si nota molto che sono una moglie di un pescatore? )
 
Pensate che bello...voi potreste seguire i corsi di cucina tipica sarda, e vostro marito, potrebbe dedicarsi alla pesca :))
 
 
 
 
L'agriturismo è gestito e curato da  due sorelle, Elena e Laura, che da 9 anni hanno deciso di cambiare vita e lavoro, per dedicarsi completamente a questa struttura. Laura si dedica principalmente alla cucina, e alle lezioni che si tengono tra quelle mura, mentre Elena si dedica all'organizzazione e alla gestione di tutto il resto.
 
 
 
 
 
 
 



Posso essere estremamente sincera? Volete far felice una food blogger, quando la invitate ad un blogtour? Insegnatele  le ricette tipiche della vostra regione e fatele  mettere le mani in pasta, e lei  ve ne sarà grata per tutta la vita!!

Questo importante particolare, ha fatto si che questo blogtour, sia stato uno dei più belli e completi di tutti questi anni di blog, senza nulla togliere agli altri, ma quando si tratta di imparare nuove ricette e segreti culinari, potrete vedere nei nostri occhi, una luce particolare, che ci illumina.

















Maccarones de unjias, panadas di carne di maiale, zuppa Logudorese, e infine i colungiones di ricotta e le orillettas, sono le ricette che Laura ci ha svelato in cucina, dove la sua timidezza ha lasciato spazio, alla sua bravura e alla sua manualità!


Ecco qua, dei video che spiegano i passaggi fondamentali, per l'esecuzione delle orillettas, delle panadas e della chiusura dei culurgiones








Maccarones de unjias





Orillettas







Dopo la lezione di cucina, ci siamo ritrovati con i nostri compagni di avventura, ed abbiamo potuto assaggiare i piatti che avevamo preparato con Laura, e molte altre pietanze fantastiche sempre preparate da lei.
Quello che conquista dei suoi piatti, anzi dei loro piatti, è la completa semplicità, valorizzata da un'esplosione di sapori, davvero unica. La nota del finocchio nella zuppa, la delicatezza delle frattaglie di agnello con la cipolla, i maccarones al sugo di pomodoro, la semplicità di una foglia di lattuga, accompagnata dal miele di lavanda, tutti piccoli aggorgimenti e particolari, che mi hanno conquistata.


Lattuga e miele di lavanda

Panadas e funghi ombrelle fritti


Zuppa Logudorese





Orillettas

Colungiones di ricotta


E ora vi lascio la ricetta delle panadas ripiene di carne di maiale, direttamente dalla cucina di Laura ed Elena.


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Un consiglio spassionato, sul modo di consumarle appena sfornate... lasciatele intiepidire e non usate assolutamente coltello e forchetta, ma mangiatele usando soltanto le vostre mani, e a piccoli morsi, e sentirete che bontà!


 Panadas di carne di maiale




Ingredienti per 20 /23 panadas
 
Per la pasta

 

  • 1 kg di farina di semola di grano duro
  • 270 g di strutto
  • 20 g di sale
  • 2 bicchieri di acqua tiepida

 
Per il ripieno

 
  • 1 kg di carne di maiale / o agnello tagliato in piccole pezzi
  • 1 spicchio di aglio
  • Prezzemolo tritato q. b
  • 23 g  di sale
  • Un pizzico di pepe nero
  • Lardo tritato q.b.

 
 
 
 


 

Versate la farina in una terrina ed unite il sale ,lo strutto e l’acqua tiepida lentamente; amalgamate bene tutti gli ingredienti così da ottenere un panetto che farete riposare per circa un’ora avvolto nella pellicola.

Trascorso questo tempo rilavorate l’impasto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo ; spianatelo e stendetelo con l’ausilio di una sfogliatrice . Lo spessore della sfoglia ottenuta deve essere medio; da questa ricaverete in numero pari dei dischi di pasta di due misure differenti , che costituiranno la base e la copertura della panadas.

Preparate il ripieno unendo alla carne tutti gli ingredienti eccetto il lardo; il composto sarà più gustoso se preparato almeno 24 ore prima dell’utilizzo.

Posizionate  50 g circa di ripieno sulla base con diametro maggiore e ponetevi sopra un po’ di lardo tritato; disponete il disco più piccolo come coperchio ed iniziate ad avvicinare i bordi dei due dischi,procedendo alla formazione di un cordoncino.

Cucinate in forno a 180 gradi per circa 25/30 minuti.


martedì 20 gennaio 2015

Vellutata di cavolfiore e uova di trota





Ogni anno, per le feste natalizie, provo nuovi piatti, e quelli che mi sono piaciuti di più, vengono fotografati e messi in archivio, in attesa che arrivino di nuovo le feste e che possano essere postate.
Invece di postarle, visto che gli impegni sono sempre tantissimi, ed il tempo da dedicare al blog durante il tour de force natalizio, non ne ho... rimangono ancora in attesa, speranzose di essere scelte, per essere pubblicate.
E allora da oggi ho deciso, le ricette festaiole, le pubblico lo stesso...tanto ogni giorno, può essere il giorno giusto per festeggiare qualcosa.


In fondo, si tratta semplicemente di una vellutata di cavolfiore, dal gusto dolce e delicato, di quei piatti che piacciono tanto a noi donne, che danno l'idea di essere anche light, se non fosse per la presenza della panna.
 Non è una ricetta che colpisce, per la sua difficoltà di preparazione, o per la sua bellezza nell'impiattamento, ma come dico sempre io, se si usano prodotti di qualità, anche dalle ricette più basiche, si ottengono risultati strepitosi.

Un buon olio extra vergine d'oliva calabrese monocultivar, dell'azienda San Sebastiano, dell'amico Piero Romano, un cavolfiore acquistato al mercato della filiera corta di Prato, che fino a poche ore prima era ancora in pieno  campo, e le uova di trota di Friultrota, acquistate dall'amico Andrea e arrivate a casa, in pochissime ore.

Ecco, pochi ingredienti, ma buoni e il risultato è questo.



Ingredienti per 4 persone

ricetta di Donna Moderna

  • 1 kg di cavolfiore
  • 1 gambo  di sedano bianco
  • 1 scalogno
  • 1 spicchi d'aglio
  • 1.200 ml di brodo vegetale
  • 200 ml di panna fresca
  • uova di trota Friultrota q.b
  • sale, pepe
  • olio extravergine d'oliva monocultivar  Fattoria San Sebastiano





uova di trota Friultrota


In una pentola mettete due cucchiai di olio extravergine, e fateci insaporire un trito di scalogno ed aglio.
Dopo circa due minuti aggiungete le cimette di cavolfiore, tritate in maniera grossolana ed il sedano, tagliato a fette.
Lasciate insaporire per qualche minuto, poi coprite con il brodo vegetale ben caldo, aggiustate di sale e di pepe e fate cuocere per circa 45 minuti a fiamma bassa.
Frullate bene  e unite la panna fresca.
Rimettete sul fuoco e lasciate cuocere per altri 10 minuti.
Togliete la vellutata dal fuoco, mettetela nei piatti, lasciatela intiepidire e aggiungete le uova di trota, in ogni piatto.





lunedì 12 gennaio 2015

Biscotti del Faraone, e un passito per accompagnarli






 Il 2015...Un anno, che come dice il mio oroscopo, sarà un anno che mi darà tante soddisfazioni!
Che dire, ci credo, non ci credo, non lo so, ma sicuramente mi auguro che sia un anno migliore di quello che si è appena concluso  e per esserlo non ci vuole davvero molto!
Come facevo con i quaderni di scuola, quelli ancora intonsi, perfetti, con le pagine bianche ed immacolate, ecco così vedo il mio 2015 ed il mio blog, tutti e due da vivere, da scoprire, da mordere, assaporare, e mi auguro di essere pronta e vigile  per accogliere tutte le occasioni che mi si presenteranno.


Durante questi giorni di vacanza, dove il tempo è stato meno tiranno e la voglia di sperimentare nuove ricette  si è fatta sentire abbastanza prepotente, ho provato la ricetta di  questi biscotti croccanti,  tratti dal libro di Luca Montersino, "Golosi di Salute", dove i protagonisti in ordine di apparizione, sono: la farina di  grano  Khorasan o chiamata anche con il suo nome commerciale di Kamut, le nocciole, le mandorle, alcuni pistacchi che giacevano in dispensa, i semi profumati di una bacca di vaniglia, e per ultima  ma non meno importante, la nota speziata della cannella.
Come tutti i  biscotti  o in generale la pasticceria secca,  si prestano bene ad essere accompagnati da un buon vino dolce, basta pensare all'abbinamento dei Cantucci di Prato e Vin Santo che è divenuto un must, in fatto di abbinamenti.
Questa volta, ho abbandonato il vino liquoroso di casa,  e mi sono cimentata nell'assaggio di un Passito Gocce di Memoria, che mi è stato inviato dal  Podere Casale , per poterlo provare ed apprezzare.
In effetti, da quando ho aperto il blog, della quasi totale astemia che ero, non c'è più nessuna traccia. Spesso nei blogtour di noi  food blogger,  le aziende che producono vino, sono felici di ospitarci per farsi  conoscere e per farci conoscere i loro prodotti, raccontandoci la passione e la cura che mettono, nella produzione del loro vino.
Questo passito, di  uva Malvasia bianca di Candia  è uno dei vini di nicchia del Podere Casale, diciamo pure un vino liquoroso da meditazione, e viene ottenuto, dalle uve che sono state lasciate appassire nel vigneto fino a dicembre, e quindi da grappoli  estremamente ricchi di sostanze zuccherine.

passito Malvasia Podere Casale Gocce di Memoria


Diciamo che l'abbinamento è stato un successo, visto che il sapore di frutta secca dei biscotti, la loro parte burrosa e zuccherina  si è perfettamente legato al profumo ed al sapore dolce ed intenso della Malvasia.
Un abbinamento che sicuramente proverò anche con altri biscotti, ma credo che anche con dei formaggi erborinati, possa avere il suo perché!


passito Malvasia  Podere Casale Gocce di Memoria




E ora veniamo alla ricetta vera e propria di questi biscotti, che in rete si trovano anche sotto il nome di Fettine del Faraone.

Ingredienti:


  • 325 g di farina di farina Khorasan ( Kamut)
  • 125 g di burro
  • 225 g di zucchero di canna
  • 85 g di nocciole
  • 85 g di mandorle non pelate
  • 85 g di pistacchi
  • 80 g di uova
  • 1 g di cannella in polvere
  • 1/2 baccello di vaniglia Bourbon

Preparazione

Ho montato leggermente a crema il burro con lo zucchero  dentrola ciotola della planetaria, poi ho aggiunto l'uovo ed ho amalgamato leggermente l'impasto, poi in successione ho inserito la farina, la frutta secca, la cannella ed i semi della vaniglia.
L'impasto non deve essere lavorato troppo, il tempo di amalgamare leggermente gli ingredienti ed é pronto.
Ho messo  l'impasto dentro a 2  stampi da plum cake, ma potete usare anche uno stampo quadrato, a voi la scelta. Nel caso che usiate uno stampo quadrato, dopo il riposo in frigo, dovrete semplicemente dividere la mattonella in 3 e otterrete la forma dei vostri biscotti.
Nel caso usiate lo stampo quadrato, appoggiatelo sopra una teglia coperta di carta forno, inserite l'impasto, schiacciate bene con la marisa, poi capovolgetelo e fate la stessa cosa dall'altro lato.



biscotti Fettine del faraone Montersino


Ho compattato bene il composto con il dorso del cucchiaio, ma potete usare anche una marisa, poi ho chiuso bene con della pellicola per alimenti e messo dentro l'abbattitore Fresco  in modalità  surgelazione rapida e  li ho lasciati fino a che la mattonella  non è diventata bella dura, (diciamo 30 minuti)  ma se voi non lo avete a disposizione, mettete i vostri stampi direttamente nel congelatore, per circa 1 ora, oppure in frigo  per tutta la notte.
Una volta che il blocco di impasto è diventato bello compatto, l'ho tolto dall'abbattitore e  l'ho tagliato a fette sottili.
Ho messo le fette sopra ad una teglia, coperta da carta forno e li ho cotti  nel forno caldo  a 170°  per circa 10 /12 minuti.
Una volta pronti  li ho sfornati e li ho fatti raffreddare  sopra ad una gratella.

L'impasto lo potete conservare tranquillamente nel congelatore, per avere sempre a disposizione la vostra scorta di biscotti.
Una volta cotti si conservano perfettamente dentro a una scatola di latta.