giovedì 30 aprile 2015

La Leggenda dei Frati di Filippo Saporito a Firenze.Quando l'arte della cucina,si fonde in un panorama mozzafiato




WP_20150412_16_53_18_Pro__highres
Devo ringraziare il blog, e le mille opportunità che mi ha regalato, in questi quasi otto anni di esperienze e scoperte continue.
L'incontro con lo chef  Filippo Saporito,è stato un "grande regalo".

Un'intervista al telefono per una rivista gastronomica, quando ancora non sapevo nemmeno con chi stessi parlando, un pranzo nel suo ristorante a Casina dei Ponti per capire  meglio con chi avevo a che fare, a cui è seguito subito  uno show cooking, durante un evento a Milano.Tutto questo nel giro di pochissime settimane, ed è così  che è nata la grande amicizia che ci lega, a cui sono seguiti altri incontri,  pranzi e anche una lezione di pasticceria toscana.
In questo vortice di incontri, mio marito è diventato parte attiva di questa grande amicizia, e adesso è diventato un fans sfegatato di Filippo, tanto da parlarne con tutti i suoi amici, elogiandone la sua cucina, e stressandomi, per cercare di riproporre a casa nostra, i piatti che ha assaggiato alla sua tavola.
Io cerco di spiegargli che se Filippo è uno chef e io una semplice food blogger , ci sarà una ragione, e anche  una piccola differenza, tra di noi!

Filippo, persona solare, dalla battuta pronta, disponibile,  e la sua bravura ai fornelli e la sua fantasia, vanno di pari passo, regalando ogni volta che mi siedo alla sua tavola, un'esperienza unica.

Da qualche mese ha lasciato Siena, e si è trasferito a Firenze, in una zona da sogno,forse la zona più bella di Firenze, quella che dall'alto domina tutta la città, e dove lo sguardo si perde in un panorama mozzafiato.


WP_20150412_16_47_41_Pro__highres

Sto parlando di villa Bardini, il complesso museale che sorge vicino a Forte Belvedere, una villa del 1600 circondata da uno splendido giardino, con tanto di ruscello, olivi, piante da frutto, che meritano una passeggiata, alla fine del pranzo.
Se poi ad accompagnarvi, in questo magnifico tour, c'è Filippo che vi incita ad andare a vedere l'orto che stanno preparando, dove verranno coltivate le verdure e le piante aromatiche, per il ristorante, vi potrà anche capitare di ritrovarvi con le scarpe eleganti in mano, e continuare la passeggiata a piedi nudi, come una giovane fachira, sui sassolini appuntiti... Filippo, la prossima volta, vengo con le scarpe da ginnastica!!
Quando qualcuno, ti dirà, che da te, ci verrebbe  anche scalzo, digli che c'ha già pensato la tua amica Aurelia...

Si, e se qualcuno legge questo post, e si ricorda di una povera matta, che camminava scalza, per il giardino di villa Bardini, ecco quella matta ero io!!



WP_20150412_16_40_34_Pro__highres


WP_20150412_16_48_49_Pro__highres


WP_20150412_16_35_37_Pro__highres





WP_20150412_16_39_20_Pro__highres
qua nascerà il famoso orto del ristorante La Leggenda dei Frati

WP_20150412_14_51_56_Pro__highres


WP_20150412_12_46_29_Pro__highres
L'interno del ristorante ha conservato l'eleganza che lo contraddistingueva anche a Siena, con il suo arredamento giocato con il bianco ed nero, i colori di Siena e continua ad essere un museo nel museo, ospitando nelle due sale le opere della Galleria Continua di San Gimignano.

WP_20150412_14_52_35_Pro__highres


WP_20150412_16_22_11_Pro__highres
Non vi farò una recensione del ristorante, perché non sono una critica gastronomica, e lascio questa parte  a chi lo fa di mestiere, ma posso assicurarvi che la cucina di Filippo, affiancato da sua moglie Ombretta e dal nuovo socio Alessandro Rossi, è un'esperienza da provare.
Prodotti a km zero, l'attenzione nel recupero di tutte le materie prime, cucina creativa si, ma sempre rimanendo legata al territorio, sono tutte caratteristiche che si ritrovano nel piatto, che stiamo gustando.

pane ai 7 cereali e pesto di lardo La Leggenda dei Frati

La focaccia ai sette cereali , dalla sofficità unica, che accompagna il pesto di lardo di Cinta
senese, ha aperto il nostro pranzo,
WP_20150412_16_27_36_Pro__highres


spugna di borraggine yogurt acido e succo di carota La Leggenda dei Frati

La spugna di borraggine, raccolta direttamente nel giardino di villa Bardini, con yogurt acido e succo di carota
uovo fritto su crema di pecorino di Pienza e asparagi cotti e crudi La Leggenda dei Frati

Il piatto che mi costerà il matrimonio, se non riuscirò a riproporlo anche a casa, visto l'insistenza di mio marito...
Uovo fritto, su crema di pecorino di Pienza con asparagi cotti e crudi
uovo fritto La Leggenda dei Frati


crema bruciata di patate polpo e erbe amare La Leggenda dei Frati

Crema bruciata di patate, polpo e erbe amare

risotto al carbone vegetale baccalà e sedano La Leggenda dei Frati


Risotto al carbone vegetale, baccalà e sedano croccante.

ravioli di grana padano stagionato 24 mesi crema di baccelli e limone La Leggenda dei Frati

Ravioli al grana padano 24 mesi crema di baccelli e limone candito
il cotechino di Mario con crema di topinambur e puntarelle La Leggenda dei Frati


Il cotechino di Mario, bravissimo macellaio ( suocero di Filippo ) con topinambur e puntarelle.
Qua si vocifera che la bontà del cotechino, sia dovuta anche alla partecipazione del suddetto chef, in corso d'opera, insieme al suocero, ma credo che sia più dovuta alla bravura di Mario :)
In effetti, non ho mai mangiato un cotechino così buono e delicato, e anche  i mie figli, che di solito rifuggono come la peste il cotechino, hanno detto che era buonissimo.
Mario e Filippo, hanno fatto un miracolo
spugna di fragole tapioca gelato alla vaniglia e granita di basilico La Leggenda dei Frati
E poi il pre dessert, con il cono al cioccolato ed il gelato alla Pina Colada, per ripulire il palato e prepararlo al vero e proprio dessert, la spugna di fragole gelato alla vaniglia, tapioca e sorbetto al basilico.
WP_20150412_15_35_29_Pro__highres


E non potevano mancare i dolcetti che accompagnano il caffè, degli ottimi cantucci, ma buoni, ma di un buono, ma così buoni, che sembrano proprio quelli di casa mia, ed in effetti lo sono, perché tra me e Filippo ci siamo scambiati due ricette, ma posso assicurarvi che i suoi cantucci, sono sempre più buoni dei miei.
Così abbiamo concluso il nostro pranzo, a cui è seguita la famosa passeggiata per il parco di Villa Bardini. Devo ringraziare Filippo, con la sua brigata per la sua ospitalità e per il viaggio meraviglioso,tra i suoi sapori, i ragazzi di sala che ci hanno seguiti con professionalità e discrezione, Ombretta meravigliosa, donna, mamma e moglie, e che dire, se non ci vediamo prestissimo, questa volta di sera, per vedere Firenze illuminata, e con un bel paio di scarpe basse e comode.
La Leggenda dei Frati
Costa San Giorgio 6 Firenze
Tel 055 0680545

mercoledì 22 aprile 2015

Carciofi ripieni.


carciofi ripieni

Non si finisce mai di imparare in cucina.
Se pensavo di sapere tutto sui carciofi, e sul loro modo di essere cucinati, qua , qua, ed ancora qua , potrete trovare alcune ricette che ho sul blog, ebbene, in Sardegna mi sono resa conto  di non conoscere la ricetta dei carciofi ripieni che preparano sull'isola.
Grazie a Maria Antonietta Mazzone e alla sua lezione di cucina e non solo di cucina, ho visto preparare ed ho avuto la fortuna di assaggiare, questi deliziosi carciofi, che si sono messi subito in lista di attesa, tra le decine di ricette scoperte durante il blogtour , per essere riprodotti nella cucina di casa mia.
Come ogni ricetta sarda che si rispetti, anche qua, gli ingredienti principali,  sono  la semplicità e ingredienti poveri, che possiamo trovare in tutte le cucine.
Li ho preparati ieri pomeriggio, per la cena di ieri sera, e quindi li abbiamo mangiati freddi...
Mio marito, ha iniziato a elogiarli dal primo boccone, e per chi lo conosce, sa che la cosa non accade molto spesso. E' molto critico, quando gli presento un piatto, tanto che io lo chiamo il Cracco de noantri, a volte a ragione, soprattutto quando mi dimentico di mettere il sale e tento di difendermi dicendo che il sale, sala poco,  a volte...si insomma avete capito, a volte, lo fa  solo per il gusto di rompermi le scatole!
Nella ricetta originale, è prevista l'aggiunta di qualche fetta di peretta sarda,( praticamente è una provoletta di latte vaccino), sui carciofi, quando la cottura è praticamente terminata, Io non l'ho messa, ma se voi l'avete a disposizione, mettetela pure.



carciofi


Questa ricetta e molte altre, della tradizione della Gallura, le potete trovare nel  libro, I Sapori della Memoria, scritto da Maria Antonietta Mazzone.


Carciofi ripieni


  • 5 carciofi
  • 40 g di pecorino fresco
  • 20 g di parmigiano reggiano 
  • prezzemolo
  • 2 spicchi d'aglio
  • 2 cucchiai di pangrattato
  • 4 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
  • sale, pepe
  • 1 limone


carciofi ripieni crudi
Inizia con il pulire i carciofi, elimina le foglie più dure, e taglia il gambo, poi svuota leggermente il carciofo con un cucchiaino, se per caso al suo interno, noti la peluria bianca. Immergi i carciofi, dentro ad una ciotola con acqua fredda ed il succo spremuto del limone, per evitare che i carciofi, si ossidino.
In una ciotola metti il pangrattato, il prezzemolo e l'aglio tritati, i due formaggi grattugiati ( puoi usare anche il mixer), aggiungi l'olio e aggiusta di sale e di pepe, e mescola per rendere il composto omogeneo.
Togli i carciofi dall'acqua,allarga le foglie  e farciscili con il ripieno.
Mettili dentro ad un tegame con qualche cucchiaio d'olio sul fondo, e unisci anche un goccio d'acqua.
Metti il tegame sul fuoco, e non appena l'acqua inizia a fremere, chiudi con il coperchio e porta a cottura.
Ci vorranno circa 20 minuti, ma controlla la consistenza del carciofo, bucando con uno stecchino, il  fondo. Se non fa resistenza, i carciofi sono pronti.
Sono ottimi, sia tiepidi che freddi.

giovedì 16 aprile 2015

Spaghetti con crema di scalogno, gamberi e vellutata di zucchine, e la mia avventura televisiva a Quel che Passa il Convento


Spaghetti con crema di scalogno, gamberi e vellutata di zucchine.


Ho avuto un mese di Marzo intenso, emozionante, che mi ha visto fare cose, che mai mi sarei sognata di poter affrontare, fino a qualche mese, o anno fa.
Se mi aveste conosciuto anni fa, avreste visto un'Aurelia diversa, non dico timida, ma sicuramente più insicura ed incerta, timorosa e con l'ossessione di dover fare, solo le cose che piacessero agli altri, mettendo in secondo piano quello che volevo io.
Poi fortunatamente, questa parte di me, è andata scomparendo, cerco sempre di fare il possibile, per chi mi sta vicino, e anche l'impossibile per chi amo, ma ho iniziato a volermi più bene, e il mio io, è diventato una parte importante di me.
In questo viaggio, alla scoperta di me stessa, è stato di enorme aiuto il blog, e il dovermi confrontare sempre più spesso, con altre realtà, con voi che mi leggete, con le occasioni che mi si presentano, e con le persone incontrate lungo questo lungo cammino.
Fino a qualche anno fa, ero terrorizzata all'idea di fare un video, o di parlare davanti a delle telecamere, e spesso rinunciavo anche a farmi intervistare.
Poi inaspettatamente, è arrivata una mail, da tv2000, dove mi chiedevano se avevo voglia di mettermi in gioco, partecipando alla loro trasmissione di cucina, Quel che passa il Convento, e senza pensarci molto, mi sono buttata a capofitto in questa nuova avventura.
La paura delle telecamere è passata, anche grazie alla disponibilità e alla gentilezza di tutto quanto lo staff che lavora al programma, partendo da Virginia Conti, la dolcissima conduttrice, Don Domenico De Stradis,con le sue perle di saggezza, Paola Buonomini, la curatrice del programma, Chiara che mi è stata vicina dalla prima mail, Mariagrazia che mi ha trasformata con il suo trucco e parrucco, e tutte le persone che lavorano dietro alle telecamere, con una professionalità e simpatia incredibili.





Posso solo dire che dietro tutto questo, c'è una grande attenzione ai minimi particolari, organizzazione  e pianificazione che è durata tantissimo, con scambi di mail e telefonate, per pianificare tutto al meglio, e credo che siamo riusciti, a fare due puntate veramente carine.


La ricetta che vi lascio oggi, era stata preparata per un'altra trasmissione a cui avrei dovuto partecipare, ma che non ha più avuto seguito,(chi mi segue sui social sa anche quale doveva essere,..) però, anche se non è mai andata in onda,  mi sembra più che giusto, condividerla con voi.

E' una ricetta facile, di quelle che colpiscono per la bellezza del piatto, ma che fondamentalmente, con un pizzico di attenzione, è anche semplice nella sua esecuzione.
Perdonatemi per la presenza delle zucchine, la stagione inizia adesso, anche se quelle migliori verranno raccolte negli orti tra qualche mese, ma per una volta facciamo uno strappo alla regola, e usiamo quelle che troviamo al mercato.


Vi lascio i video delle due puntate, se vi venisse la voglia di vedere in carne ed ossa ( più carne che ossa, a dire il vero...) chi seguite con tanto affetto.














Ingredienti per 4 persone
ricetta tratta da Cucina Italiana Maggio 2014


  • 320 g di spaghetti
  • 3 zucchine
  • 30 g di mandorle pelate o 2 cucchiai di farina di mandorle
  • 12 gamberi rossi freschissimi
  • 7 scalogni
  • basilico
  • aglio
  • timo
  • peperoncino
  • olio d'oliva  per la cottura degli scalogni q.b per coprirli a filo
  • 50 g di olio extra vergine d'oliva ligure
  • sale
  • 40 g di mandorle da ridurre in granella per la finitura del piatto.


spaghetti


Strofina con le mani gli scalogni, ed elimina la buccia più esterna
na, poi immergili in un pentolino piccolo e coprili a filo, con dell'olio d'oliva. Accendi il fuoco e regola la fiamma più piccola che hai, al minimo. Se hai un termometro, misura la temperatura, non deve superare gli 80°. Lascia cuocere gli scalogni per circa un'ora, e poi lasciali intiepidire nell'olio.

Sbucciai gamberi, elimina il budellino nero e tagliali  a tartare, poi condiscili con olio, sale, peperoncino e timo,e mettili a marinare coperti, in frigo, per circa 30 minuti.


Lava le  zucchine e tagliale a tocchetti e falle  lessare in acqua bollente salata, per circa 5 minuti. Scolale e frullale con 2 foglie di basilico, la farina di mandorle, mezzo spicchio d'aglio e 50 g di olio extra vergine delicato. Assaggia, e se manca del sale, aggiungilo,

Scola gli scalogni, mettine da parte 2 che taglierai a spicchi, invece quelli che restano,sbucciali e frullali facendone una crema. Aggiusta di sale.

Cuoci gli spaghetti al dente.


Saltali  in una padella, con la crema di scalogno e un po' di acqua di cottura della pasta

Metti  nel piatto la crema di zucchine, poi metti  gli spaghetti, e completa con i gamberi marinati ben sgocciolati, e la pasta e finite con i gamberi marinati , qualche spicchio di scalogno candito e spolvera il tutto con della granella di mandorle.

venerdì 10 aprile 2015

Savoiardi,e la mia nostalgia per la terra sarda.


savoiardi sardi


E' strana la vita di un post.
Ce ne sono alcuni, che restano in stand by per mesi, aspettano silenziosi nell'archivio del blog, nell'attesa che arrivi il loro momento, e quel momento può durare qualche settimana, oppure anche un anno, se la stagione non è quella giusta.
Poi ci sono i post, che devono essere scritti immediatamente, quelli che ti vengono richiesti a gran voce, perché chi ti segue ha visto la foto che hai postato questa mattina sui social, mentre stavi preparando la ricetta, oppure perché quella preparazione, merita davvero di essere subito condivisa.

Premetto che ultimamente soffro di una struggente nostalgia, per un'isola, la Sardegna,  che spesso, mi ha visto calpestare la sua terra, bagnarmi nel suo mare e respirare i suoi profumi, e se anche un semplice profumo di biscotto, me la fa sentire più vicina  e mi fa riaffiorare bei ricordi ed emozioni, ecco che preparare questa  ricetta, ne è valsa veramente la pena.

Acquistavo i pistoccus, quando andavo in vacanza a Santa Maria Navarrese, in un piccolo forno di un paesino li vicino. Li inzuppavamo nel latte a colazione, e   anche i miei bambini, li mangiavano con gusto. Poi il tempo è passato, e non ho avuto più occasione di assaggiarli, se non quelli acquistati al super, ma diciamolo, hanno tutto un altro sapore. Poi, a Dicembre, sono tornata in Sardegna, per un blog tour da favola, e li ho ritrovato quel sapore che mi mancava, e quello stesso sapore e quella stessa consistenza, sono arrivati a casa mia, in un pacco spedito dalla Sardegna, come presente super gradito,
Quei biscotti, hanno  ripetuto il tuffo nella tazza del latte, come uno strano dejavu, ma questa volta le mani che li accompagnavano, non erano più mani di bambini, ma di un giovane uomo e una giovane ragazza.

E se  quel pacchetto di savoiardi, è stato finito in pochissimi giorni, ecco che cerco la ricetta giusta, e alle otto di mattina, mi metto il grembiule e tiro fuori le uova dal frigo... Il resto lo sapete anche voi, abbiamo aspettato insieme che uscissero dal forno, e quando ho capito che era la ricetta perfetta, ho deciso di mettermi al tavolo e di scrivere questo post...


  • 6 uova
  • 100 g di zucchero semolato
  • 100 g di farina
  • scorza di limone biologico
  • zucchero a velo per spolverare



savoiardi



Scalda il forno a 170°.
Separa i tuorli dagli albumi, e mettili ognuno in una ciotola diversa. Pesa lo zucchero  e versane 50 g nei tuorli e i restanti 50 g negli albumi.
Inizia a montare i rossi, finché la massa non sarà bella spumosa e soffice, quindi monta anche gli albumi fino a che non otterrai una bella meringa lucida e compatta.
Unisci la massa dei rossi una cucchiaiata alla volta, alla meringa, e mescola delicatamente dal basso verso l'alto, senza smontare la massa, poi unisci la farina, spolverizzandola con un colino, sopra alle uova, sempre a piccole quantità, e sempre mescolando delicatamente. Unisci anche della scorza di limone grattugiata, incorpora il tutto e metti da parte.



massa montata savoiardi





Rivesti delle teglie con carta forno, metti la massa montata dentro ad un sac à poche, e taglia la punta del sacchetto, se non hai un beccuccio tondo e liscio, da poter inserire.Diciamo che un taglio di un cm, va più che bene.


InstagramCapture_2cddfda7-6b01-4c6e-b248-a53188b9af01





Strizza il sacchetto e fai dei bastoncini lunghi, una decina di cm, spolverizzali di zucchero a velo e zucchero semolato, aspetta una decina di minuti e poi cospargili nuovamente di zucchero.
Inforna le teglie,(  te ne verranno all'incirca 3) e fai cuocere i savoiardi, per circa 20 minuti.
Sfornali e lasciali raffreddare completamente, prima di provare a toglierli.

martedì 7 aprile 2015

Carattere Unicum. Izabella Zwack e il suo Unicum alla Prugna, sono tornati a casa.



CarattereUnicum3
 
Un tour partito da Torino, quello di Carattere Unicum, che ha toccato  Milano, Roma, Napoli, per poi arrivare a Firenze, il 26 Marzo 2015.
 
Il motivo di questo tour, è stato il far conoscere il nuovo nato, in casa Swack...Unicum Prugna, già ben conosciuto nel suo paese di nascita, l'Ungheria, tanto da aver venduto in poco più di due anni, ben 20 milioni di bottiglie.
 
Per la tappa di Firenze, è stato scelto il Moyo  di via dei Benci, ed è qua che incontro Izabella discendente della famiglia Swack, figlia di Peter, recentemente scomparso e sorella di Sandor, con il quale con tenacia e ancora tanta voglia d'innovazione portano avanti l'azienda di famiglia.
 
Il legame che la famiglia Swack, ha con l'Italia è forte e indissolubile, me lo faccio raccontare da  Izabella, tra un cocktail e l'altro, quelli, che hanno accompagnato la nostra cena.
 
Mi accorgo subito, che non è la solita serata di sponsorizzazione di un prodotto, e lo capisco non appena Izabella arriva nel locale,
E' subito presa d'assalto da decine di amici, parenti, conoscenti, e da li capisco, che forse la tappa conclusiva del tour  non è stata scelta a caso tra tante città italiane, e la prima cosa che mi viene in mente, è che Unicum  ed Izabella, in qualche modo sono tornati a casa, in quella terra, che li ha visti  crescere  e che in un certo senso fa, di quell'amaro Ungherese, un distillato di erbe che parla anche toscano, proprio come Izabella!
 
E proprio da lei, mi faccio raccontare , la storia straordinaria, di questo amaro UNICO, o UNICUM, come esclamò, l'Imperatore d'Asburgo e Re d'Ungheria, nel 1790, dopo che il suo medico di fiducia, Jòzsef  Zwack, glielo fece assaggiare per la prima volta.
 
 
carattere Unicum5
Izabella Zwack e sua mamma Anne Marshall Zwack
                  
 
 
 
Sono passati più di 200 anni, da quella volta, e la ricetta è ancora segreta, solo la famiglia ne conosce la formula, che viene tramandata da padre e figlio, quella stessa ricetta che è stata nascosta in tasca da Janos Swack, mentre fuggiva insieme a Peter nel 1948,  verso l'America, dopo che la sua distilleria era stata bombardata durante la II Guerra Mondiale, e nazionalizzata in seguito dallo Stato Ungherese.
Un esilio durato quasi 40 anni, facendo i lavori più disparati, fino a che Peter, non decide di tornare in Europa, e più precisamente in Italia  a Genova,  dove conosce sua moglie Anne Marshall Zwack e con lei si trasferiscono a Firenze, dove nasceranno Sandor e Izabella. Decide poi, che è arrivato il momento di ricomprare quello che era suo, e torna in Ungheria, dove, non senza ostacoli, riacquista dallo Stato Ungherese, la sua azienda e porta la produzione del famoso distillato, in Toscana fino al 1989, per poi ritornare definitivamente in Ungheria.

 
 
 
 
carattereUnicum2
 
 
Inizio a cerca di capire meglio, anche l'ultimo nato, l'Unicum Prugna, l'unico liquore al mondo, che invecchia su un letto di prugne secche, in botti di rovere, l'amaro che non vuole essere un amaro, ma che conquista con il suo gusto fruttato e gentile, e che trova il suo punto di forza, nella realizzazione di cocktail e long drink.
 
 
carattere Unicum4
 
 
Inizio la serata, sorseggiando   un Plum Negroni che accompagna il nostro antipasto a base di ananas e speck, per poi proseguire con un Plum e Soda, che trova il suo perché insieme ad un piatto di paccheri con verdure saltate, pesto di zucchine e scamorza.
 
 
 
 
 
carattere Unicum6
 
 
Devo dire che ne rimango affascinata, e  mi ripropongo di prepararli anche a casa...
Se volete approfittare anche voi.
 
 
Plum Negroni

  • 25 ml Unicum Prugna
  • 25 ml Tanqueray
  • 25 ml Vermouth rosso
  • Twist di scorza d'arancia 
  • Prugna disidratata


 

carattere unicum8
 
 
Plum e Soda
  • 40 ml di Unicum Prugna
  • 15 ml di sciroppo di zucchero
  • 20 ml succo di lime
  • soda water
  • scorza d'arancia e di limone
  • rondella di cetriolo
  • foglie di menta
Versate l'Unicum Prugna ed il resto in un tumbler con del ghiaccio tritato, mescolate e guarnite con la buccia di limone e arancia, la fettina di cetriolo e qualche foglia di menta.

 
 
 
carattere Unicum1

E' stata una serata anche all'insegna dell'arte, visto che per queste serate sono stati coinvolti anche artisti emergenti, per reinterpretare l'iconografia di Unicum.

Ecco qua Giulia Lombardo, giovane designer, mentre dipinge la sua personale idea di Unicum.

Quindi riassumendo, ho passato una piacevolissima serata, tra storie di vita che sembravano tratte da un romanzo, piacevoli scoperte, buona musica e gusti  veramente  ...Unici!


carattere unicum 7