lunedì 22 luglio 2013

Finger food di cecina e mortadella di Prato









Dopo quasi una settimana, che non posto una ricetta, mi sentivo quasi in colpa!
Alma, mi ha assorbita completamente, ed infatti con il terzo post in progress, che aspetta di essere completato, per continuare a farvi sognare, come ho sognato io, per quei 5 giorni, carichi di magia ...
Ho dovuto recuperare un po' di sonno, ed un po' di stanchezza arretrata, ma sono tornata attiva e pimpante, anche perché giovedì prossimo, si riparte, e questa volta sarà alla volta di Siena, per Siena & Stars, e la mia serata di venerdì  26, presso L'Osteria Boccon del Prete, prima del grande concerto di Ludovico Einaudi.
 
Vi lascio una ricetta facilissima, un simpatico finger food, che potrete servire accompagnandolo con salumi, e magari anche una fresca insalata, perdonatemi per la ricetta semplice, ma vi prometto, che appena sarò di nuovo operativa al 100%, spenderò un po' più tempo, vicino ai fornelli.



Per 6 persone
  • 125 g di farina di ceci
  • 375 ml  dl di acqua
  • 120 g di mortadella di Prato o prosciutto crudo
  • foglie di salvia
  • olio extra vergine d'oliva
  • olio di semi di arachidi
  • sale e pepe








La sera prima, mescolate la farina di ceci con l'acqua,  e mettete a riposare per circa 12 ore.
Togliete la schiuma che si sarà formata, ed aggiungete 4 cucchiai di olio extra vergine, una presa di sale, una macinata di pepe, e mescolate.
Fate scaldare il forno a 180°, ungete una teglia antiaderente di 22 cm di diametro,   mettete l'impasto al suo interno e cuocete il tutto in forno, finché non ci sarà una crosticina croccante, sulla superficie.
Sfornate e lasciate intiepidire.
Intanto friggete le foglie di salvia, e fatele asciugare.

Tagliate a fette la farinata, ed ogni fetta in 3 parti, alternate i vari strati, con la mortadella  o il prosciutto crudo, e terminate l'ultimo strato con due foglie di salvia fritta.

giovedì 18 luglio 2013

Alma Summer School 2013. L'avventura è iniziata.






Vi avevo promesso che vi avrei tenuto aggiornati, su questa fantastica avventura che sto vivendo da quattro giorni qua a Colorno, presso la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, Alma, e connesione internet permettendo, sto cercando di far fede alla mia promessa.
Dire che Alma è un sogno, è sinceramente riduttivo, perchè Alma è il sogno, è il sogno da vivere, per chi ha passione ed ama la cucina italiana.
Siamo quasi 50 persone, 40 ragazzi che si sono appena diplomati con i voti migliori, e che appartengono ai vari istituti alberghieri italiani, accompagnati dai loro professori, e poi ci siamo noi, 3 , quasi 4 giornalisti e blogger, che abbiamo il compito "ingrato" di vivere a tutto tondo, questa
avventura.
Ci è stato chiesto di essere degli "allievi speciali" e così stiamo facendo...con le nostre divise, giacche da lavoro, grembiuli e toque, corriamo come pazzi, da un'aula, all'altra, per seguire le varie lezioni, tenute dai più bravi docenti che Alma, può offrire.
E così, le nostre legioni, sono iniziate sin da subito, con la Grammatica del Gusto, tenuta da Michele Crippa, dove armati di fantasia, fogli e pennarelli, si è cercato di farci comprendere, che per arrivare ad un buon piatto, si deve andare oltre l'estetica, ed unire retorica, lessico, morfologia, e sintassi, e vederli in chiave culinaria, trasformandoli in ingredienti, tecniche di cottura, assemblaggi, ed infine comunicazione, perché sarà proprio quella chea fare  la differenza ... chi sarà solo bravo in cucina, sarà un bravissimo cuoco, chi saprà oltre cucinare, anche comunicare, diverrà sicuramente uno chef!



E il primo giorno è passato così, con consegne di divise, visita alla scuola, lezione di grammatica del gusto, ed uscita didattica, all'Antica Corte Pallavicina, con i suoi culatelli e il suo Parmigiano Reggiano.
















E fu così che arrivò il secondo giorno, e il nostro calarci, nei panni di veri allievi Alma, iniziando la nostra prima lezione, con Luciano Tona, direttore didattico di Alma, e le insalate di ingresso al
menù, del Maestro Gualtiero Marchesi.







Capire che i classici antipasti di salumi, che serviamo, e che spesso  ci vengono serviti  ad inizio pasto, sono sbagliati, perché in breve tempo ci satollano, e non ci predispongono a consumare tutte le varie portate, come sarebbe giusto fare. Ed ecco che, con  gesti sapienti ed eleganti, dalle sue mani nascono i piatti del Maestro, iniziando con l'insalata di capesante e zenzero candito, l'insalata di pomodori che mai ti aspetteresti, il marmo di gamberi, i consigli su come rendere fresche e croccanti, le mandorle che di solito compriamo e che di fresco di solito, hanno ben poco, la caponatina con i gamberi, il "semplicissimo spaghetto" in insalata, con scalogno, erba cipollina e caviale iraniano, oppure l'insalata di carne cruda di Fassona, con tartufo a fettine. Tre ore di lezione, che sono volate, con l'attenzione nostra ma soprattutto di 20 ragazzi di cucina, che non hanno fatto il minimo rumore, ascoltando e proponendo i loro quesiti allo Chef.







E dopo pranzo, la lezione sulla panificazione, tenuta da Matteo Berti, docente di pasticceria, dove tra teoria, lieviti naturali, impasti, ci ha spiegato come nascono, la focaccia di Recco, e la pizzalonga, una focaccia, che viene cotta e poi successivamente farcita come una pizza, e poi reinserita in forno, riacquistando croccantezza, come quella di una pizza appena sfornata, ma con il vantaggio di essere preparata in anticipo, ed essere usata in seguito, quindi un grande vantaggio  in ristorazione.











E poi, può sempre capitare, di passare dagli uffici Alma, per incontrare gli angeli custodi che ci stanno seguendo con amore, Cristina, Diana, Eliana e Silvia, e sentirsi dire, che il Maestro è negli uffici, e se saresti felice di poterlo incontrare.
Bene, credo che sia un'emozione che è difficile anche poter descrivere, immaginarsi il Padre della Cucina Italiana, che ti viene incontro, con il suo bellissimo sorriso, e che ti stringe la mano, per poi iniziare subito a farti domande sul chi sei, e di cosa ti occupi.
Il Genio, racchiuso, in un involucro di umiltà!
Questo è Gualtiero Marchesi!



Questo  è solo un  breve riassunto, di cose, di giorni e di emozioni  da raccontare, ce ne sono ancora molti, se connessione, tempo, e tecnologia, saranno dalla mia parte, a breve, la seconda puntata ... intanto lasciatemi ancora sognare, e per favore, non svegliatemi.


mercoledì 17 luglio 2013

Tartare di manzo, con i profumi di Sicilia.

 




Il caldo, è finalmente arrivato, e la voglia di preparare cibi freschi, veloci e sani, sta prendendo il sopravvento, ma soprattutto è forte la voglia di non star troppo ai fornelli e godersi questa stagione così strana. Navigando in internet, qualche giorno fa, mi sono imbattuta in alcuni video ricette, sul sito di ViviDanone, e questa ricetta, mi ha colpita per la sua semplicità.

Una semplice tartare di manzo, ma con una vera esplosione di profumi e consistenze, nascoste tra le sue carni. La tenerezza del filetto, battuto a coltello, e il favoloso contrasto croccante della granella di pistacchi e mandorle, la dolcezza della cipolla di Tropea, ed il profumo caratteristico dei capperi siciliani.

Si prepara veramente in pochi minuti, e non necessita di cottura, a parte il tostare i filetti di mandorla, quindi è veramente una ricetta da provare, e da tenere vicina, quando veramente le temperature saliranno, e i fornelli, saranno quasi inavvicinabili.

Mi è piaciuto soprattutto il punto di vista della dietista, ed i consigli che ne sono seguiti… infatti dice che si tratta di un piatto sano ed equilibrato, con proteine complete, ferro e vitamine del gruppo B, e i la frutta secca che è presente nella ricetta, forniscono sali minerali vitamina A ed E, che aiutano il nostro cuore, e la nostra circolazione.
Non male, direi, vero?



Per 4 persone



  •     400 g di filetto di manzo
  •     15 g di mandorle tostate
  •     15 g di pistacchi sgusciati
  •     1 cipolla fresca di Tropea
  •     1 pugno di capperi
  •     Olio extravergine d'oliva dal gusto delicato
  •     sale, pepe q.b.

Tagliate la carne a strisce e poi a cubetti piccoli, e battetela con un coltello ben affilato.

Tostate le mandorle in un padella antiaderente, e tritate sia le mandorle, che i pistacchi, in una granella non troppo fine.

Affettate e tritate la cipolla di Tropea, e tritate finemente anche i capperi.

In una boule di vetro, unite la carne, e gli altri ingredienti, salate, pepate, unite l’olio extra vergine, e con l’aiuto di un coppa pasta, create la vostra tartare.

Un filo d’olio extra vergine sopra, un’insalata di contorno, ed il vostro pranzo è pronto …

Nel video che ho visto, ci sono anche altre ricette, sane …  e a voi, quale ricetta vi piacerebbe provare?

lunedì 15 luglio 2013

A Tavola Con Il Nobile ...di vin santo, sablè salata e mousse al gorgonzola.




 Ecco l'ultima ricetta, per il contest A Tavola Con Il Nobile. Mi era rimasta da stappare l'ultima  bottiglia, un   vin santo  elegante e dal profumo di uva passa e frutta candita, il vin santo di Poggio alla Sala.
Il  primo abbinamento che viene in mente, ad un toscano, sicuramente è quello con i cantucci, ma mi sono detta che era troppo banale, ed allora leggendo le caratteristiche di questo vino dolce e profumato, mi sono saltati agli occhi,  le parole, formaggi stagionati ed erborinati, e da li, il gioco si è fatto abbastanza semplice.

Niente dolce, andiamo di aperitivo ...

Una sablé salata  al parmigiano, e una mousse di gorgonzola e mascarpone, e per dare croccantezza e dolcezza, una granella di nocciole tostate ... se mi è piaciuta? Tantissimo ...e ve lo dice una, che in teoria, odia il gorgonzola, anzi lo odiava!!








Per la sablè salata

  • Farina 230 g 00
  • burro 130 g morbido
  • parmigiano 65 g
  • 35 g di tuorlo ( circa 2 )
  • amido di mais 25 g
  • sale 10 g o anche meno, se il formaggio è molto stagionato e saporito

Per la mousse

Stesso peso tra gorgonzola dolce e mascarpone, mescolateli bene, con l'aiuto di una frusta.
Nocciole tostate, ridotte in granella.

Impastate la farina con il burro, poi aggiungete i tuorli, mescolate, ed infine il resto degli ingredienti. Stendete l'impasto,mettendo l'impasto tra due fogli di carta da forno, fatene uno spessore di circa 5 mm, e mette l'impasto in frigo a compattarsi. ( io per far stare insieme l'impasto, ho dovuto aggiungere anche un goccio d'acqua fredda)
Togliete dal frigo la sablè, tagliate con un tagliabiscotti, nelle forme che preferite, mettete i biscotti su una teglia antiaderente, e cuocete in forno caldo, a 160°, per circa 20 minuti.
Toglieteli dal forno, e fateli raffreddare.

Aiutandovi con il  sach a poche e una punta a stella, decorate e i biscotti, e ricopriteli, con la granella di nocciole.
Buon aperitivo







domenica 14 luglio 2013

Alma, Summer School 2013 ... il sogno sta per iniziare




Esattamente tra 24 ore, sarò arrivata alla stazione di Parma, treno e ritardi vari permettendo, per iniziare l'avventura più bella che la vita, a 46 anni, mi ha riservato.
Per 5 giorni, sarò ospite della più Prestigiosa Scuola Internazionale  di Cucina Iitaliana, sto parlando di Alma, del Maestro Gualtiero Marchesi, e della Summer School 2013, la settimana premio, offerta ai 40 migliori allievi, delle scuole Alberghiere Italiane.
Dal 15 al 19 Luglio, saremo ospiti presso la Reggia di Colorno, nella sede della scuola Alma, e ci saranno due indirizzi dedicati ai ragazzi, e a noi allievi fuori corso... Uno dedicato alla sala, e uno dedicato alla cucina italiana.
Lezioni di cucina, pasticceria, uscite didattiche alla scoperta della food valley, che si trova intorno a Parma, e il momento più magico che vivrò, senza nulla togliere a tutto il programma, sarà l'incontro con il Maestro Gualtiero Marchesi, e la sua lezione sulla storia dei suoi piatti e la sua filosofia sulla  professione.
Credo che questo, sia veramente un sogno ...e se lo è non svegliatemi, per favore!


E come avevo preannunciato, sulla mia pagina di facebook...



“Alunni speciali” anche in questa edizione alcuni autorevoli “penne” del giornalismo food italiano, le blogger Claudia Minnella di La Femme du Chef, Laura Brivio di Golden Backstage, Aurelia Bartoletti di Profumi in Cucina, e il critico enogastronomico Davide Oltolini. 

Quindi vi chiedo di seguirmi, in questa magica avventura ... io mi porterò dietro, ogni strumento tecnologico, che possiedo, per poter vivere insieme a voi, questo meraviglioso viaggio nel Tempio della Cucina Italiana!
 




venerdì 12 luglio 2013

A Tavola con il Nobile ...Pici con ragù di coniglio e cipolle caramellate

Pici con ragù di coniglio(C)





Un'altra ricetta per il contest, A Tavola con il Nobile, e questa volta, ho veramente stappato un Nobile, per abbinarlo al mio piatto.
Si tratta del Nobile Poggio alla Sala, della famiglia Gattavecchi, un vino importante, dal sapore che ricorda vagamente la prugna matura, e che regala anche una nota speziata.Un vino che si abbina benissimo con la selvaggina di pelo e di piuma, i formaggi stagionati, e perché no, anche con i miei pici con ragù di coniglio, e le cipolle caramellate, che regalano un buon contrasto dolce, al piatto.
E' una ricetta della Leggenda dei Frati, degli chef Filippo Saporito  e di sua moglie Ombretta, vista qualche mese fa in tv, e con cui è stato amore al primo assaggio.
Sarebbe stato comodo, preparare anche un bel piatto di cinghiale, con cui il Nobile, si sarebbe abbinato in maniera perfetta, ma il clima di questi giorni, mi ha fatto cambiare idea, e allora, vai con il picio ...

Se volete votare le mie ricette, vi ricordo che basta andare sulla pagina facebook del contest A Tavola Con il Nobile




poggio alla Sala Nobile di Montepulciano




  • 360 g di pici freschi 
  • per il ragù di coniglio
  • 300 g di polpa di coniglio, ottenuta da alcuni cosci
  • rosmarino
  • aglio
  • timo
  • olio extra vergine d'oliva


  • Per le cipolle candite
  • 200 g di cipolle di Certaldo o di Tropea
  • 50 g circa di zucchero di canna
  • aceto qualche cucchiaio
  • vino rosso q.b per sfumare
  • foglie d'alloro

Per la ricotta al forno

un pezzo di ricotta, messo su di una teglia, coperta di carta da forno, e fate cuocete per circa un'ora o anche più, ad una temperatura di circa 140°, finché non avrà assunto, il caratteristico colore dell'affumicato.





Il giorno prima, si prepara la carne del coniglio, disossando i cosci,e tagliando la polpa a cubetti, oppure a filetti.
Poi si mette tutto in una ciotola, con del rosmarino tritato, foglioline di timo, e uno spicchio d'aglio tritato, si copre la carne con dell'olio extra vergine, e si ripone la ciotola in frigo.

Per le cipolle caramellate...
si tagliano ad anelli le cipolle, si mette lo zucchero di canna a caramellare, e si uniscono gli anelli. Si ruota la padella,  e si versano il vino e l'aceto, che avrete fatto leggermente riscaldare.
Si aggiungono 2 foglie d'alloro, e si porta lentamente a cottura.
Le cipolle saranno cotte, quando risulteranno morbide, e leggermente candite.

Si mette dell'olio extra vergine d'oliva, in una padella,  poi si aggiungono  i filetti di coniglio, si fa rosolare velocemente per qualche minuto, e si uniscono  le cipolle candite, ancora qualche minuto, il tempo che i due sapori si amalgamino, e si spegne il fuoco.

Si cuociono i pici, e si fanno saltare in padella, aiutandosi, con un goccio d'acqua di cottura, poi si impiatta, e si ricopre il tutto, con una grattugiata di ricotta al forno.



mercoledì 10 luglio 2013

A Tavola con il Nobile ... Gelato all'aglio e basilico, e una zuppetta di pomodoro.




Non mi ci vedo molto, ad essere seduta a  Tavola con un Nobile...
Ovvero, ho tante amiche nobili d'animo e forse qualcuna appartiene anche a qualche casata, ma se dico le parole Nobile e a Tavola, il primo nobile che mi viene in mente, è quello di Montepulciano.
Montepulciano, con  la sua storia, i suoi paesaggi, e il vino che porta il suo nome!

E' appena iniziato un contest, indetto dal Consorzio del Vino Nobile, ed ogni blogger che ha aderito, ha ricevuto 3 preziose bottiglie, da abbinare con un piatto ... un Rosso, un Nobile, e un Vin Santo.

Se volete votare le ricette che via via, posterò, andate pure qua, e mettete mi piace alle foto dei miei piatti ...

Il piatto che ho preparato oggi, è una zuppetta di pomodoro fresco, con crostini croccanti, e un gelato all'aglio e basilico, che regala un delicatissimo contrasto, e avvolge con la sua cremosità l'acidulo del pomodoro.
E' per questo che ho pensato di abbinarci un  Rosso di Montepulciano del 2010 della tenuta Valdipiatta.
Un vino adatto anche ad essere gustato sia da solo come aperitivo, oppure abbinato a carni bianche, o piatti più ricchi.
La nota fruttata del vino, mi è sembrato che si sposasse bene, con l'acidità del pomodoro, e la nota più gentile e grassa, data dalla panna e dal pane. 





Per il gelato all'aglio e basilico

  • 4 spicchi d'aglio rosso
  • 20 foglie di basilico
  • 250 ml di latte fresco
  • 100 ml  di panna fresca
  • 50 g di pane 
  • olio extra vergine d'oliva ligure
  • sale pepe
  •  
  •  
  • 4 pomodori maturi
  • sale pepe
  • olio extra vergine d'oliva toscano
  •  
  • 4 fette di pane toscano

Sbucciate gli spicchi d'aglio, eliminate l'anima, e fateli bollire, per 3 volte nell'acqua bollente.
Metteteli da una parte.

Scaldatate la panna ed il latte, togliete dal fuoco, e mettete in infusione, gli spicchi d'aglio e le foglie di basilico, tritate a mano, e lasciateli intiepidire.

Mettete in un mixer, il latte con l'aglio ed il basilico, il pane, un pizzico di sale, una macinata di pepe, ed un filo d'olio extra vergine ligure, che essendo delicato, non andrà a prevaricare, sul gusto del nostro gelato.

Mixerate bene, e poi mettete il composto nella gelatiera.

Adesso preparate i pomodori, eliminate le bucce, tagliateli a metà,  estraete i semi, tagliateli a cubetti e metteteli a scolare, in un colino.

Tostate i cubetti di pane, in una padella con un filo d'olio, finché non sono croccanti.

Preparate il piatto, mettendo i pomodori conditi con un po' di sale e di pepe e un filo d'olio, i cubetti di pane croccante, e una  quenelle di gelato.
Decorate con qualche foglia di basilico, ed il vostro antipasto è pronto ...
Lasciate che il gelato si sciolga leggermente ...sentirete che bontà!

lunedì 8 luglio 2013

L'olio extra vergine ...questo sconosciuto! E la ricetta del pesto direttamente da Genova ...

Ho lasciato passare quasi due  settimane, prima di scrivere questo post ... mi è servito per raccogliere le idee e le parole, per potervi parlare l'esperienza che  ho vissuto in terra ligure.
Il gruppo che vedete nella foto, composto da circa 22 bloggers  provenienti da tutta Italia ,sono stati gli  ospiti dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, che in occasione del Salone del Libro e delle Eccellenze Enogastronomiche "Sapori da Sfogliare", sono stati invitati a Genova ed Imperia, per scoprire ed approfondire il vasto mondo dell'olio extra vergine.

Un mondo vasto quello dell'olio, spesso ridotto ad un semplice "usate un buon olio extra vergine d'oliva", quando per ogni piatto sicuramente esiste un abbinamento adatto, che ne potrebbe esaltare al 100% il sapore ed il gusto.

Ma andiamo per ordine ...

Il punto di incontro è stato Sapori da Sfogliare, e nello specifico la Sala Convegni, dove si stava presentando lo Starbooks Lab, ovvero il gruppo delle food blogger che partecipano a questo progetto, e che mensilmente, recensiscono e mettono in pratica le ricette dei più disparati libri di cucina, per poi postarle sulle pagina di Starbooks, e a seguire, un food immertions tra i vari stand che avevano portato a Genova, le loro eccellenze enogastronomiche.
Liguria, Puglia, Calabria, Sicilia, e il Piemonte, che hanno fatto a gara, per farci assaggiare le loro specialità 


 Questi sono gli Agnolotti alla Piemontese,che ci hanno preparato allo  stand del Piemonte, ospiti del Presidente dell'Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche del Piemonte Carlo Montrucchio, che proprio in questi giorni, ci ha omaggiati dei file, con le ricette della tradizione.
Per farvi capire che tipo di persona è il signor Carlo, vi trascrivo una breve sintesi della mail che accompagnava i file ...

Con la nostra Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche del Piemonte stiamo cercando di rivalutare, di non far dimenticare, quei sapori che sono legati al gusto autentico della Cucina Piemontese.

Riteniamo che la Cucina, di qualsiasi Regione, possa essere evolutiva, in relazione ai tempi moderni, alle esigenze nuove, ma che sia importante, per chi vuole costruire una “palazzina nuova”, garantirsi delle vere fondamenta sicure, per non dimenticare quei sapori che caratterizzano la tipicità di quella Regione: sarà l’unico modo per ricordarci come eravamo e su questi sapori sviluppare anche concetti più attuali, ma piacevolmente “tradizionali”...










E questi sono quelli che sono rimasti, dopo il nostro passaggio :)






Poi è stata la volta del Pesto alla Genovese Live :)



Gli ingredienti sono semplici, ma devono assolutamente essere di ottima qualità ...

Per prima cosa un mortaio di marmo, ed il pestello di legno
si inizia pestando l'aglio ( 1/4 di spiccio)
 girando il mortaio su se stesso ( le  4 "orecchie" sul bordo del mortaio, servono a quello, e se mettete un piattino di plastica sotto, ruoterà ancora meglio ...)
e si uniscono alcuni granelli  di sale grosso.
poi si aggiungono i pinoli  ( un cucchiaio circa) e si continua a pestare ...
poi 50 o 60 foglie di basilico Genovese
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano
e mezzo cucchiaio di pecorino DOP
ed infine l'olio extra vergine d'oliva, dal gusto abbastanza delicato, goccia a goccia,  fino a portare il pesto alla giusta consistenza ...








E poi, abbiamo preso la direzione di Imperia, per andare a conoscere l'azienda olivicola Raineri, che insieme all'Associazione Nazionale  Città dell'Olio, ha che permesso  il nostro soggiorno in Liguria,si potesse realizzare.










 Più di 100 anni di storia, l'utilizzo esclusivo di olive Taggiasche oppure  olive solo di  origine italiana,  tecnologie all'avanguardia per estrarre l'olio salvaguardandone tutte le proprietà organolettiche, e poi l'ingrediente segreto, ovvero la tanta passione che viene messa, per ottenere un prodotto di eccellenza.

Un vecchio frantoio  ristrutturato, antiche ruote in pietra, lo scorrere impetuoso di un torrente, che dava anticamente, forza alle pale, affiancati dalle più moderne tecnologie dello stabilimento, fanno si che da quel magazzino, ne esca un prodotto genuino al 100%.





Ed infine il corso presso la Camera di Commercio di Imperia, tenuto dall' ANAOO, e  dalla persona del Vice Presidente e Capo Panel, Marcello Scoccia, sull'introduzione alla conoscenza dell'olio extra vergine d'oliva, ed il suo utilizzo in cucina.


Seppur il tempo a nostra disposizione, fosse stato veramente poco, ci sono stati descritti in paniera precisa, i vari passaggi, e la tempistica che fanno si, che un buon olio extra vergine, sia un invece un ottimo olio extra vergine, se si rispettano tutti i vari passaggi.
La raccolta manuale, la spremitura delle olive, entro le 24 ore, il non utilizzare le olive che cadono alla base della pianta, il corretto stoccaggio, sono alcune delle accortezze, che si devono seguire, per avere un olio extra vergine di qualità.
Ma l'attenzione e la cura, deve continuare, anche quando quella preziosa bottiglia, di succo d'oliva, raggiunge la nostra cucina. Non teniamola alla luce, nemmeno vicina alle fonti di calore, e usiamo piccole bottiglie di vetro, per la sua conservazione.
E come per i vini, ogni olio extra vergine, può essere abbinato ad un piatto ... Un delicato olio extra vergine d'oliva Ligure, andrà benissimo, per condire un pesce o fare un ottimo pesto, o una delicata insalata, per una grigliata di carne o un'insalata di fagioli, o una ribollita, un saporito e caratteristico olio extra vergine toscano, mentre per  un buon pinzimonio,  un olio umbro oppure ligure ...
Gli abbinamenti, sono veramente tanti, e ora che ho imparato la tecnica dell' assaggio, non mi ferma più nessuno ...


( ho scoperto, che l'olio che mi veniva venduto, tantissimi anni fa,  per ottimo olio extra vergine, usava olive raccolte da terra, perché sapeva di terra e di muffa ... attenzione, a voi...non mi fregate più!!)




Eccomi qua con il mio attestato, in compagnia del Presidente dell'Associazione Città dell'Olio Enrico Lupi


Una bellissima esperienza, e un mondo che necessita di essere ancora scoperto ed approfondito..


lunedì 1 luglio 2013

Cestini di pasta fillo e crema di ricotta





cestini di pasta fillo e crema di ricotta (C) 


E' un'estate atipica questa ... Le giornate passano, tra una bufera di vento e pioggia,e una giornata con il sole splendido, e poi ogni tanto, una scossa di terremoto che ti sveglia all'improvviso, durante la pennica pomeridiana.
Tanti impegni, tanti progetti per che vorrei realizzare per il futuro, alcuni impegni  a cui ho dovuto rinunciare, ed altri che mi aspettano, e che mi faranno sicuramente battere il cuore all'impazzata, questa è l'estate 2013, che mi aspetta.

Quella che vi propongo oggi, è l'ultimo finger food, che ho preparato per lo show cooking da Florenzi Casa, volevo qualcosa di veloce e goloso, e questo dolcino rappresenta benissimo tutte e due le caratteristiche.
Forse quello che vi impegnerà di più, sarà lo scovare la pasta fillo nel reparto surgelati del vostro supermercato, ma non perdete la speranza, vedrete che riuscirete a trovarla, e tornerete a casa trionfanti :)

Per 12 cestini

  • Un rotolo di pasta fillo surgelata
  • 500 g di ricotta freschissima
  • qualche cucchiaio di zucchero a velo
  • un limone biologico
  • burro
  • frutti di bosco freschissimi 



 


Stendete un foglio di pasta fillo, rifilatelo in un rettangolo di 20x30, e spennellatelo con del burro sciolto in cui avrete unito delle zeste di limone.
Spolverizzate il foglio con dello zucchero a velo, e copritelo con un altro foglio, poi tagliateli in quadrati 10x10.
Imburrate leggermente uno stampo da muffin, e in ogni spazio inserite la pasta fillo, cercando di premerli molto delicatamente.
I restanti fogli, che non usate subito, teneteli coperti con un telo umido, perché tendono a seccarsi molto velocemente.
Mettete lo stampo nel forno caldo, a 170/180° , per circa 5 o 6 minuti, poi sfornateli delicatamente e fateli raffreddare su una gratella.

Intanto preparate la crema di ricotta.


Fatela sgocciolare bene, prima di usarla, poi passatela un paio di volte tra le maglie di un fitto colino. Unite qualche cucchiaio di zucchero a velo, in base al vostro gusto, grattugiateci  un po' di scorza di limone, e montate bene con una frusta.
Riempite i cestini  con la crema di ricotta, aggiungete i frutti di bosco, e spolverate di zucchero a velo.