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giovedì 21 aprile 2016

Anelli di Giove, con Saturno contro per l'MTC #56






Mai sofferto tanto per fare qualche biscotto!! Questi mi hanno fatto sudare le cosiddette sette camicie e si sono fatti perdonare solo per la loro infinita bontà, anche se analizzando bene come sono andate le cose, la colpa non è tanto dei biscotti, ma piuttosto di tutte le condizioni avverse  che mi si sono parate davanti durante la preparazione di questi frollini. Ma andiamo per ordine e mettetevi comodi che adesso vi racconto tutto.
Allora, partiamo dall'inizio e quindi vi dico subito che Daniela e Juri di Acqua e Menta sono stati i bravissimi vincitori della sfida n°55 dell'Mtchallenge, con una zuppa di pesce e cuscus alla trapanese da applauso e per la  sfida n° 56, hanno proposto un tema di quelli in cui ci si può sbizzarrire all'infinito, seguendo ovviamente delle regole ben precise, perché ragazzi miei, se si vogliono preparare degli ottimi biscotti di frolla non ci si può affidare al caso.

Trovata la ricetta perfetta, mi sono affidata a quel gran maestro che è Iginio Massari, ho guardato bene in dispensa se avevo a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e mi sono messa all'opera.
Cellulare sul piano di lavoro, bilancia a portata di mano ed inizio con il pesare gli ingredienti: zucchero a velo pesato e messo nella ciotola, farina, pesata e versata sopra allo zucchero a velo, cacao...pesato e messo sopra alla farina e allo zucchero a velo. Riprendo in mano il cellulare e leggo. " Montare il burro con lo zucchero a velo..." ma porcamiseriazozza, il mio zucchero a velo  era nella ciotola e sopra di esso c'era la farina e sopra ancora il cacao e nella boule di vetro riuscivo benissimo a vedere le varie stratificazioni, mentre sul piano di lavoro avevo un'altra ciotola inesorabilmente vuota, quella in cui avrei dovuto mettere farina e cacao.
Va bene, via c'è di peggio nella vita! Armata di cucchiaio ho iniziato a versare con accuratezza infinita la farina ed il cacao nella ciotola giusta, sono riuscita a trovare lo zucchero a velo che si distingue per il suo bianco candito ed ho iniziato finalmente a montare sto benedetto burro con lo zucchero a velo.
La ricetta è andata avanti senza intoppi, fino a che non mi è scoppiato il sac à poche, ma non uno dei tanti che si solito ho, ma l'unico presente nel cassetto dedicato alla pasticceria e qua tra una porca miseria e l'altra, ho pensato bene di usare un sacchetto da freezer, ma lo devo dire? Mi è venuto fuori un'altro "troiaio" come si dice qua in Toscana e ormai stremata ed abbastanza inca...volata, ho tirato fuori la spara biscotti ed ho usato quella.
Guardavo la foto dei frollini del Maestro Massari e guardavo i miei "fiorellini" tristi e rachitici, buoni da Dio, ma brutti come il peccato e l'unica cosa che pensavo era quella di aspettare il giorno dopo, per andare a comprare dei sac à poche nuovi e così è stato.

La seconda volta è andata meglio, molto meglio, a parte un piccolo buchetto nel sacchetto maledetto che mi faceva uscire un filo di impasto dove non sarebbe dovuto uscire, ma ce la stavo facendo!
Cottura perfetta ne forno nuovo, ehhh si, ho il mio giocattolo nuovo, la Ferrari dei forni casalinghi che cuoce in maniera fantastica e sforno dei frollini da applauso!!
Tiro fuori la mia marmellata di arance prodotta questo inverno, spalmo i biscotti e li accoppio, intanto metto il cioccolato in una ciotola e metto tutto in un pentolino con dell'acqua per scioglierlo a bagnomaria.Un attimo di distrazione, mentre mi mangiavo un biscotto per sentire se era buono veramente, perché con quello  prima mica avevo capito bene e oplà, uno sbuffo d'acqua bollente che fa il triplo salto carpiato e mi infila dritta nella ciotola del cioccolato e come sapete bene, cioccolato e acqua col cavolo che vanno d'accordo!!
Ho finito il cioccolato fondente!! Altra fila di porchamiseria, mi cambio e corro al supermercato!
Riparto da capo, sciolgo il cioccolato, fin qua tutto bene... tempero, inzuppo, lascio raffreddare e mi si formano le strisce bianche di burro di cacao sui frollini, si lo ammetto non ho temperato bene, ma sapete cosa vi dico?
Mi sono rotta le scatole!! Sventolo bandiera bianca e mi arrendo!
Ho due scatole di biscotti da mangiare, dei fiorellini orribili e degli anelli di Giove belli come il sole ma con delle strisciate bianchicce di burro di cacao, che non ne pregiudicano il sapore ma solo la bellezza e allora vorrà dire che ci sacrificheremo e li mangeremo così come sono, perché io non sono Iginio Massari, ma una pasticcera assolutamente pasticciona!!

Anelli di Giove
Per circa 40 biscotti finiti ( circa 80 da montare)
credits Laboratorio Massari


  • 250 g di burro
  • 120 g di zucchero a velo
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia oppure  mezza bacca
  • 65 g di albumi
  • 300 g di farina 00
  • 45 g di cacao amaro di ottima qualità
  • un pizzico di sale

per il ripieno 
  • marmellata di arance

per la copertura 
 cioccolato fondente al 70%







Procedimento

Setacciate la farina il cacao ed il sale e mettete da parte.
Nella planetaria mettete il burro morbido che avrete tenuto a temperatura ambiente e montatelo con la frusta; aggiungete lo zucchero e la vaniglia e continuate a montare finché il composto non sarà chiaro e spumoso, poi unite gli albumi leggermente sbattuti ed alternateli inserendo anche le polveri che avevate setacciato.
Riempite con un terzo dell'impasto  un sac à  poche con un beccuccio dentellato e formate degli anelli di piccole dimensioni, sopra alle placche del forno che avrete preventivamente ricoperto con la carta forno.





Mettete le teglie in frigo per circa 30 minuti, per stabilizzare la forma dei biscotti.
Infornate a 160°-170° per circa 10-13 minuti.
Sfornate e fate raffreddare poi spalmate la marmellata di arance  un anello e ricopritelo con l'altro.
Temperate il cioccolato nel seguente modo:

1. Sciogliere a bagnomaria, nel forno a microonde o altro, portare il cioccolato a una temperatura di 45°/50°C fino a ottenere la completa fusione, mescolando lentamente e in continuazione.
 2. Versare su un tavolo con piano in marmo o in acciaio 2/3 di copertura di cioccolato fuso e, con l’aiuto di una spatola, riportare in continuazione la massa esterna  all'interno della medesima per ottenere uniformità di temperatura e non far attaccare il cioccolato sul tavolo.
 3. Controllare la temperatura utilizzando un termometro digitale; una volta raggiunti i 27°C ricondurre la massa appena raffreddata nel precedente contenitore unendola al terzo di cioccolato ancora caldo. 
4. Rimescolare con cura e controllare che la temperatura della massa sia a: 30°/31°C per la copertura di cioccolato fondente, 28°/29°C per il cioccolato al latte, 27°/28°C  per il cioccolato bianco, 27°C per la gianduia o la tartufata. È importante mantenere il cioccolato a temperatura costante di tempera man mano che lo si utilizza, aiutandosi con il bagnomaria e con un termometro, oppure aggiungendo copertura sciolta e calda, bilanciando così la temperatura e la quantità di cioccolato utilizzato che si raffredda e consuma durante la lavorazione. - 
Fonte Il cioccolato dalla teoria alla pratica


Immergete i frollini a metà nel cioccolato temperato, sgocciolate l'eccesso e fate asciugare su una gratella per dolci.










giovedì 11 febbraio 2016

Lattughe di Iginio Massari, per il Calendario del cibo italiano




C'è chi li chiama cenci, c'è chi le chiama frappe, c'è chi le chiama chiacchiere, e sono i dolci che accompagnano tutto il periodo del carnevale.
Possono essere aromatizzate alla grappa, al Vin santo, al Marsala come queste, ma tutte hanno una cosa in comune, ovvero la loro bontà!
Uno dei primi post che ho scritto, è stata proprio la ricetta dei cenci toscani, quella che di solito uso ogni anno, per festeggiare il carnevale, ma quest'anno ho voluto cambiare, dopo che mi sono imbattuta, nella ricetta del Maestro Iginio Massari e proprio ieri pomeriggio, che era l'ultimo giorno dei festeggiamenti, mi sono messa a preparare le lattughe del Maestro.
Avevo pensato di tenerla in archivio fino al prossimo anno, ma sbirciando sul sito di Aifb, ho visto che oggi è la Giornata Nazionale del Cibo Italiano, dedicata alle chiacchiere, cenci, frappe ecc, ecc, e quindi ho pensato di dare anche io il mio contributo, all'articolo scritto da Cristina Simonelli  per il Calendario del Cibo Italiano.
Diciamo che facciamo come i milanesi  e prolunghiamo i festeggiamenti del carnevale ambrosiano, che termina sabato, invece di martedì.

Che dire di queste lattughe. Potrei dire che sono fantastiche, che dopo due giorni sono ancora friabili, leggere e assolutamente non assorbono olio, durante la frittura e potrei anche aggiungere che con questa dose, potete sfamare un reggimento, oppure festeggiare il carnevale con tutto quanto il vostro condominio, se i rapporti con i vicini sono idilliaci... altrimenti fate come me, divideteli con chi volete bene, e il resto mangiatelo voi!

L'unica raccomandazione, non usate una farina debole, ma usatene una di forza, addirittura mi sentirei di consigliarvi una manitoba, perché come spiega Iginio Massari, la sfoglia si stenderà molto meglio, e potrete ottenere delle strisce di uno spessore sottilissimo, senza il pericolo di rompere la sfoglia.
Non fate scaldare in maniera eccessiva l'olio e friggete pochi pezzi alla volta, appena immersi, spingeteli nell'olio e poi girateli subito, devono essere dorati e non diventare troppo scuri, vedrete che se seguirete questi semplici consigli, non ve ne pentirete.



Da Non solo zucchero 2 - di Iginio Massari


Ingredienti

  • 500 g di farina forte (300-320W) 
  • 60 g di zucchero semolato
  • 60 g di burro morbido
  • 175 g di uova intere biologiche  ( sono circa 3-4 uova) 
  • 4 g di sale
  • scorza di 1 limone biologico
  • 50 g di Marsala
  • i semi di una bacca di vaniglia 
  • olio di semi di arachide per friggere
  • zucchero a velo per spolverare



Mettete tutti gli ingredienti dentro alla planetaria e con il gancio a foglia, impastate fino a che non otterrete un impasto liscio.
Avvolgete la palla con della pellicola per alimenti e lasciatela riposare a temperatura ambiente, per circa un'ora.
Stendete la pasta aiutandovi con la sfogliatrice, e raggiungete l'ultima tacca, poi tagliate la striscia  in rettangoli e incideteli al centro con due piccoli taglietti.
Immergete pochi pezzi alla volta dentro all'olio che avrete portato ad una temperatura di 175°, girateli subito e poi metteteli subito ad asciugare dentro ad un colino.
Spolverizzatele di zucchero a velo.