Quante discussioni facevamo io e mamma, quando parlavamo della sua data di nascita. Mi raccontava di aver sempre saputo di essere nata il 17 Gennaio, ed invece al momento di richiedere i documenti per sposare mio padre aveva scoperto che la sua data di nascita era stata registrata il 18 Gennaio. Lei continuava a sostenere che probabilmente la "levatrice" del paese avesse preferito spostare la data al giorno dopo perché in quel giorno veniva festeggiato Sant'Antonio Abate il Santo protettore degli animali, mentre io continuavo a ripeterle che visto che era nata a mezzanotte in punto, era logico che la sua data di nascita fosse proprio il 18 Gennaio.
Anche con il nome non era stata fortunata: i suoi genitori la volevano chiamare Rita, ma al momento di battezzarla il prete disse che non esisteva nessuna Santa con quel nome, come se Santa Rita da Cascia non fosse mai vissuta (il parroco ce l'aveva a morte con mio nonno per non so quale ragione) ed insistette perché i i miei nonni optassero per un altro nome. Detto fatto! Nonno Aurelio che non era scemo, chiese che fosse battezzata con il nome di Margherita,
Il parroco non fece obiezioni e da quel giorno mamma per tutti si chiamò Rita e solo nei documenti ufficiali compariva il suo vero nome.
"Eh Aurelia, non ho mai avuto fortuna! Nemmeno appena nata..."amava ripetere.
Il 17 Gennaio come ho scritto prima, si festeggia Sant'Antonio Abate e proprio qua a Prato c'è un'antica tradizione collegata al Santo. In questo giorno vengono benedetti gli animali e nei forni della città vengono preparati questi panini semi dolci, che vengono benedetti dai parroci e venduti a picce di 6 o di 12, come tradizione vuole.
Questo post l'ho scritto esattamente un anno fa dopo aver sfornato i miei primi panini di Sant'Antonio ed aver costatato che la ricetta era perfetta, identica ai panini che si trovano in vendita nelle panetterie!
Mi ero messa alla ricerca della ricetta scartando quelle che esordivano con il fatto che erano i panini del famoso Danubio o quelle che esultavano dicendo che quei panini si avvicinavano molto agli originali.
No, conoscendomi non mi accontento. Se sperimento una ricetta devo essere sicura che il risultato sarà identico a quello originale e proprio per questo mi sono innamorata di una ricetta di famiglia, che ho trovato in questo blog, Il Boccone del Prete di Alessandra Nocentini, una ricetta che viene proprio dal forno alimentari della sua famiglia, la ricetta perfetta per dei perfetti panini di Sant'Antonio
Panini di Sant'Antonio
Nella ciotola dell'impastatrice mettete 550 g di farina, lo zucchero, il lievito di birra disidratato ( se utilizzate il classico cubetto, fatelo sciogliere nel latte tiepido che utilizzerete per l'impasto) il latte intiepidito e un pizzico di sale.
Iniziate ad impastare a bassa velocità, poi aumentate leggermente ed aggiungete l'uovo, fatelo inglobare bene nell'impasto e poi unite l'olio di semi a filo.
Impastate bene, poi prendete l'impasto e mettetelo sulla spianatoia e aggiungete man mano la farina che avevate tenuto da parte, impastate fino ad ottenere una palla liscia e soda.
Mettete l'impasto dentro ad una ciotola unta d'olio, coprite con della pellicola sigillando bene e fate lievitare fino al raddoppio dell'impasto.
Ci vorranno dall'ora alle due ore, a seconda della quantità di lievito che avrete usato.
Prendete l'impasto e dividetelo in 30 piccole porzioni, dello stesso peso formate delle palline, pirlatele bene e mettetele in fila per 6 su di una teglia da forno. Otterrete 5 file con 6 palline.
Ora ricoprite di nuovo il tutto e lasciate lievitare per 45 minuti circa.
Accendete il forno a 170°, spennellate le palline con l'uovo sbattuto insieme al latte e spolverizzatele di zucchero.
Infornate e lasciate cuocere per 25 minuti.
Sfornate e fate raffreddare su una gratella.
Si conservano per qualche giorno, chiusi dentro a dei sacchetti per alimenti.