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lunedì 25 marzo 2013

Arista arrosto al miele e prugne


L'arrosto della domenica, quello buono, che se ci impegna un po' di più in cucina, ci fa quasi piacere. Un taglio economico quello dell'arista e se lo trovate, con attaccato un pezzetto di capocollo ( scamerita) sarà ancora meglio, molto più morbido e saporito.

Ho voluto sperimentare un'altra ricetta di Gabriella Ganugi  tratta dal suo libro, La bambina che contava le formiche, dopo questo paté , un tortino di carciofi, e un'arrosto all'arancia che ho preparato in questi giorni.
Questo arrosto, mi era rimasto nel cuore, dopo averlo assaggiato da Ganzo, la volta che Gabriella ci ha ospitate per la presentazione del suo libro.
Qua, devono piacere il contrasto tra dolce e salato e deve essere forte la voglia di sperimentare e io modestamente, posseggo tutti e due :))

Oggi, io e altre blogger che hanno partecipato alla presentazione del libro, capitanate da Silvia Polepole, abbiamo deciso di fare una piccola sorpresa a Gabriella, e qua su ZeBuk, potete trovare anche altre ricette provate e postate, tutte tratte dal suo libro ... buona lettura, e buona sperimentazione :)

La ricette di ...
Juls Sugo finto
Ilaria Pollo all'arancia
Andante con Gusto Pollo fritto alla fiorentina
Peperoni e Patate  Zuppa di calamari
Ricette di Stagione Chocolate Poun ... ma di vaniglia




Arista arrosto al miele e prugne
  • per 6 persone

  • un'arista disossata da 1,5 kg
  • 2 mele golden
  • 8 prugne secche senza nocciolo
  • 3 cucchiai di miele
  • 30 g di burro
  • un bicchiere di vino bianco
  • rosmarino salvia e aglio tritati
  • olio extra vergine d'oliva
  • 3 patate
  • spicchi d'aglio e ciuffi di rosmarino

Fate 4 tagli nella carne (dalla parte superiore verso quella inferiore, distanziandoli equamente sulla superficie ) di circa 2 com di larghezza e dentro ai tagli inserite del sale, del pepe, il trito fine delle aromatiche e 2 prugne per taglio. Rotolate la carne in un piatto, dove avrete messo del sale e del pepe e legatela con dello spago da cucina. Rosolatela in una casseruola dove avrete aggiunto dell'olio d'oliva e una volta rosolata da tutti i lati sfumate con il vino bianco, lasciatelo evaporare e spegnete il fuoco.

Sbucciate le mele, tagliatele a cubetti e  metteteli dentro ad una piccola teglia, con un cucchiaio di miele e il burro tagliato a cubetti.

Sbucciate le patate, tagliatele a tocchetti e  mettetele in una teglia che possa contenere anche la carne. Salatele, pepatele, e conditele con l'olio, poi allargatele verso i lati della teglia e nel centro aggiungete l'arista,  3 spicchi d'aglio vestiti e qualche ciuffo di rosmarino.

Nel sugo della carne, sciogliete i 2 cucchiai di miele che vi erano rimasti, e spennellate la carne.

Mettete nel forno caldo a 200° la teglia con la carne e le patate e quella delle mele.  Lasciate cuocere per circa 15 minuti poi togliete le mele, ed abbassate la temperatura a circa 180°.
Spennellate la carne ogni 15 minuti, e una volta che le patate e la carne sono quasi cotte, aggiungete nella teglia anche le mele e lasciate tutto in forno per altri 5 minuti.

Le mele, si possono sostituire con i fichi, o con dell'uva.

giovedì 7 marzo 2013

Gabriella Ganugi, La bambina che contava le formiche, e il privilegio di poter sognare!



... Lavoro, lavoro, lavoro! Ma non basta, quello che guadagno per pagare il mutuo, per mangiar, per pagare le bollette, Sono una Direttrice, una che comanda, una dirigente, Perché allora devo fare le torte la notte per una pasticceria del centro, per arrivare alla fine mese? Perché il mio stipendio è così basso? Perché sono una donna.
Io ho una ricchezza: me stessa. Ogni tanto la perdo, la lascio sola, se ne va per strade strette della mente e inciampa nei ciottoli del dolore, arranca e grida.
Ma poi ritorna, non mi abbandona.
Io mi licenzio, mi licenzio da questo padre padrone, da quest'uomo che somiglia tanto a mio padre, che mi dice: " Tu sai guidare, ma io ti ho dato una Ferrari, non ce la farai da sola. Tu sei fragile, non ce la farai, sei una donna ..."
Io cucino, so fare da mangiare, colleziono ricette, cucino per tutti. Io voglio creare una scuola di cucina, lo voglio con tutta me stessa, voglio insegnare cucina italiana a questi ragazzi che vengono a Firenze, perché ci amano, perché sono affascinati dalla nostra cultura, dal nostro paese.
Voglio insegnare loro quanto l'odore del castagnaccio e della ribollita che fuma in tavola siano parte di noi, della nostra vita, di quello che siamo oggi. Noi siamo la storia, ma possiamo costruire una storia migliore, aprendo le porte e condividendo la nostra conoscenza e i nostri valori.
Sono povera, poverissima.
Non ho niente, solo me stessa, e qualche volta nemmeno quello.
Ho visto un posto bellissimo, in via Guelfa 85.
E' un volume unico, con la luce che entra da un giardino a sud. Costa 400 milioni di lire. Il cuore mi batte così forte, ho paura che lo sentano anche i mediatori. Ho una visione, vedo cucine, sento l'odore della pasta fresca e del ragù, vedo studenti con le divise, vedo sorrisi e gioia.
Non ci penso nemmeno un secondo, e faccio una proposta d'acquisto. Lo dico a mia madre, a mia sorella, alla mia famiglia: mi licenzio, inizio una scuola.
Non lo fare, hai un lavoro sicuro, non ti buttare, ti farai male.
Non mi posso fare da sola più male di quello che mi hanno fatto gli altri. 

Credits Andante Con Gusto che ringrazio di cuore per le foto.


Questo era il sogno di Gabriella Ganugi, architetto fiorentino, nata a Firenze e con la passione sviscerata per la cucina, e la sua famiglia.
Questa è Gabriella, Gabri per gli amici, che riesce a trasformare il suo sogno, in una splendida realtà, tutto raccontato nel suo libro, La bambina che contava le formiche, Meditazioni in cucina, un percorso che inizia da bambina, nell'orto della nonna tanto amata, mentre conta le formiche che le fanno compagnia, passando dalla tragedia dell'alluvione di Firenze, il suo matrimonio andato storto, la voglia di rinascere mettendo in gioco se stessa  e le poche certezze che le erano rimaste,  per realizzare il sogno della sua vita, una scuola di cucina internazionale.
Un percorso che tocca nel profondo, che segna anche chi è semplicemente un lettore, che soffre con Gabriella nei momenti di sconforto, ed esulta nel momento della rivincita.
Con le stesse fasi, è composto anche il ricettario che troviamo alla fine del libro, le ricette della Nonna, quelle sicure, della tradizione toscana, senza tanti fronzoli, e che spesso tra gli ingredienti contemplavano gli avanzi del pranzo o della cena;  le ricette della Mamma, classiche, severe, perfette, un po' come lei, che ha dedicato la sua vita, al suo lavoro di sarta, e al suo ruolo di mamma e di moglie impeccabile; quelle della Brava Moglie, come dice Gabriella un po' noiose perché è solo all'inizio; le ricette della Tristezza, quelle che segnano la fine del suo matrimonio e la voglia di rinascita, ed infine  le ricette della Nuova Vita, dove la creatività e la voglia di cucinare cose nuove, fanno da padrone.

Vi domanderete se il suo sogno si è finalmente avverato...
Gabriella dal 1996, ha fondato Apicius, The Culinary Istitute of Florence, una scuola internazionale di cucina, divisa in vari dipartimenti, gastronomia, enologia, comunicazione ed editoria, poi è stata la volta di FUA, la Florence University of the Arts, e poi tantissimi altri progetti, che potrete vedere qua , che hanno portato alla nascita di ben 9 scuole.

Abbiamo visto il suo sogno realizzato, siamo state in via Guelfa 85,  e abbiamo visto Apicius, una scuola  con aule attrezzate da tecnologie che mai e poi mai  vedreste in una scuola pubblica, volti sorridenti sia degli alunni, sia dei docenti ... abbiamo visto le cucine, i ragazzi in divisa, e sentito il profumo del cibo!

Accanto ad Apicius, c'è un piccolissimo regno della pasticceria, si chiama Fedora, ed è l'ultimo dei gioielli di Gabriella. Una piccolissima pasticceria, dove i prodotti che escono dal forno, sono prodotti dagli allievi del corso, sotto gli occhi attenti e la guida di Simone De Castro il famoso Pastry Chef .


Credits David Weiss Apicius


Il nostro percorso goloso, è continuato da Ganzo, il ristorante anche questo gestito dagli allievi, che si sono divertiti nel prepararci un menù completo, con le ricette che Gabriella ha scritto nel suo libro. Anche questo è stato un percorso che ha unito lo scritto, la pancia e gola, in una cosa sola e indivisibile!

E poi il clou della giornata, la presentazione del libro di Gabriella, con le letture dei brani da parte dei suoi amici più cari, la figura di sua mamma e di sua sorella, sedute vicino a noi, e "vederle" tra le pagine di quel libro.
E poi di nuovo un percorso goloso, questa volta con alcuni dolci presi sempre dalle pagine del libro, che tra
profumi, vini e letture, ha scritto la parola fine, su questa giornata fantastica.



Gabriella da tanta forza, è come un faro in mezzo ad una tempesta, emana luce e sicurezza, e tanti suoi allievi, e amici, vedono in lei molto di più di una semplice Presidente e Fondatrice. Gabriella, è quella che ti allunga una mano, e ti aiuta quando ce n'è bisogno, è quella donna, che contando le formiche, ha realizzato il suo sogno, e ha dato forza e speranza anche a chi la conosce da poco!
E come dice lei...

" se avete un sogno nel cassetto, qualcosa a cui tenete, fatelo... perché le cose,m succedono davvero!"


Qua, potrete trovare una ricetta di Gabriella, già sperimentata ... vedrete che a breve, ne arriveranno tantissime, ma se non avete pazienza di aspettare, vi consiglio di acquistare il libro :)

lunedì 4 marzo 2013

LUPP, la birra un1ca, e un paté per accompagnarla



 Grazie all'esperienza del blog, oltre che farmi una cultura su tutto quello che ruota intorno alla cucina, mi sto facendo anche una cultura sui vini e sulle birre artigianali, anche se lo ammetto, di essere ancora abbastanza "ignorante" in materia.

Non so se avete notato che da circa due mesi, sulla barra laterale, campeggia una bella scritta bianca, su sfondo blu, con su scritto Lupp! Ecco quel link riporta alla pagina di una birra artigianale, che viene prodotta qua a Prato, ed è la nuova sfida che due giovani imprenditori, Sara Giannatempo e Christian Mannelli, hanno deciso di percorrere, abbandonando il lavoro "sicuro", per questa nuova avventura!
Diciamo che Sara, la conosco "abbastanza bene, anzi molto bene", e so che se scommette su qualcosa, lo fa solo se ne è perfettamente sicura, e così, dopo aver  scoperto che era diventata una appassionata produttrice di questa bevanda, ho deciso di aiutarla nel elaborare qualche ricetta, che potesse essere consumata, sorseggiando  una bella bionda, o una spumeggiante rossa!

Di Lupp, so che è prodotta da materie prime biologiche, che non è filtrata e non è pastorizzata, e che non ha ne additivi ne conservanti , e che il suo gusto cambia a secondo del suo tempo di permanenza in bottiglia, sia per come è stata conservata e servita.
Ci sono 3 tipi di Lupp:

 - Bionda Pale Ale
·  Bionda Belgian Pale Ale
·  Rossa Strong Ale

Sul sito che Sara e Christian, hanno creato per la loro birra, troverete tantissime informazioni interessanti, sia sul modo di conservazione, sia sul come consumarla al meglio ... frigo 12 ore, colpetto sul fondo per risvegliare i fermenti, aspettate dai 15 ai 30 secondi, aprite la bottiglia e versatela lentamente inclinando il bicchiere, e poi andate giu più decisi, vedrete svilupparsi, almeno due dita di schiuma!


E ora veniamo alla ricetta ...
Ho pensato di abbinare alla Lupp Rossa Strong Ale, un patè di fegatini di pollo al moscato e fichi, spalmato su fettine di pane alle noci,e secondo me, l'abbianamento è riuscito alla grande :)





Patè di fegatini di pollo al moscato e fichi

dal libro di Gabriella Ganugi

La Bambina che contava le formiche ( a breve un post)

per 6 persone
500 g di fegatini di pollo
5 foglie di alloro
1/2 tazza di Moscato di Pantelleria
6 scalogni affettati finemente
sale, pepe
olio extra vergine d'oliva
1 bicchiere di aceto di vino bianco
2 cucchiai di pinoli
fichi freschi o confettura di fichi
pane alle noci tostato 
125 g di burro
cognac per fiammeggiare



Ho lavato i fegatini, e li ho messi a bagno per 30 minuti, in una ciotola con acqua e aceto.Intanto ho scaldato 3 cucchiai d'olio, ho aggiunto gli scalogni e li ho fatti imbiondire a fuoco basso, facendo attenzione, che non bruciassero, poi ho aggiunto anche le foglie d'alloro, e i fegatini lavati ed asciugati.
Li ho lasciati cuocere finché non erano rosolati, li ho salati, pepati, ho sfumato con il moscato, ho coperto il tegame, ed ho lasciato cuocere per circa 20 minuti, a fuoco basso.
Alla fine della cottura, ho fiammeggiato con il cognac, ho tolto dal fuoco, ed ho lasciato raffreddare.

Ho tolto le foglie d'alloro, e in un mixer, ho tritato il fegato con il burro, finché il composto non è diventato un vero e proprio paté.
Ho messo negli stampi, l'ho coperto con la pellicola, e l'ho messo in frigo per circa 6 ore.

Io l'ho servito, semplicemente spalmandolo sulle fettine di pane croccanti, e cospargendolo di confettura di fichi, ma Gabriella, ne fa una vera e propria mattonella, che taglia in piccoli rettangoli, pinoli tostati sopra, e la serve accompagnandola con fichi caramellati e pane alle noci.