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lunedì 11 gennaio 2016

I fegatelli di maiale per il Calendario del Cibo Italiano 2015







Del maiale non si butta via nulla, è questo il motto che mi viene in mente quando penso a quel simpatico animale, che si rotola nel fango, grufola con il muso in ogni dove, si gode la vita mangiando  qualsiasi cosa e poi quando è bello grasso e paffutello, si trasforma nelle delizie che compaiono sulla nostra tavola.
Io ho la fortuna di abitare in Toscana, una regione dove se si parla di salsiccie, prosciutti stagionati, spalle e salami, sappiamo bene di cosa stiamo discutendo, siamo una regione di cicciai, quelli che la Domenica e i giorni di festa, non sono tali se sulla griglia, non cuociamo una stecca di rosticciana o una decina di salsicce, accompagnate ovviamente dall'immancabile fiorentina.
Io ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che in  origine era contadina e ho visto trasformare da mio padre e da mio zio, la carne di maiale sotto ogni sua forma e se ci penso, sento ancora il profumo degli ingredienti che usavano, per preparare le salsicce, gli zampetti di maiale, o i miei adorati ciccioli.
Per fare i ciccioli, mettevano un paiolo sul fuoco, con dentro gli scarti grassi del maiale  e lo lasciavano cuocere lentamente, fino a che la parte della carne, non si separava dalla parte grassa.Poi con una sorta di pressa artigianale, iniziavano a schiacciare quella carne croccante ed il grasso veniva eliminato, per essere usato in seguito come strutto.
I ciccioli, venivano messi in una grande ciotola dove venivano salati ed erano pronti per essere mangiati.
Abbiamo provato a riprodurli anche qua a casa, ma mio marito ha una forza esagerata nelle mani e dopo il secondo schiaccia patate  distrutto, ho deciso di abbandonare l'idea dei ciccioli home made.
Oggi inizia la Settimana del Maiale per il Calendario del Cibo Italiano e Corrado Tumminelli del blog Corrado T, ne è l'ambasciatore e volendo contribuire con una ricetta, ho pensato proprio ai fegatelli di maiale, che sono una ricetta tipica della mia regione.
Si tratta di un piatto povero, che prevede l'utilizzo del fegato di maiale,  della salsiccia,  profumati con un trito di salvia, aglio e alloro ed infine avvolti nella rete o ometo, così si chiama la rete che avvolge dall'esterno l'intestino del maiale, che durante la cottura inizierà a sciogliersi e darà morbidezza ed un aroma particolare al fegato.
In alcune zone dell Toscana, si aggiungono anche i semi di finocchio ed il fegato, a volte si può trovare tritato grossolano, oppure tagliato a pezzi più grossi.
Questa che vi propongo è la versione di casa mia, con il fegato tagliato a tocchetti, con l'ausilio di un coltello da chef e senza l'aggiunta dei semi di finocchio, che sono più usati nella zona di Pistoia.

Dopo averli cotti, noterete che nella teglia si sarà formato un abbondante strato di grasso, molto saporito. Si tratta dello strutto, non gettatelo! Serve per mantenere i fegatelli anche per più giorni e se poi volete godere a pieno, provate ad usarlo per saltarci delle rape e del cavolo nero, per accompagnare i vostri fegatelli. Non sarà dietetico, ma il sapore sarà straordinario.






  • 500 g di fegato di maiale 
  • 300 g di rete di maiale 
  • una salsiccia
  •  salvia
  •  aglio 
  • alloro
  •  pangrattato
  •  olio d’oliva
  •  sale e pepe








Per prima cosa prendete la rete del maiale, mettetela a bagno nell'acqua calda, poi scolatela e mettetela su un tagliere.
Fate un trito con le erbe aromatiche e l'aglio, aggiungete una o due cucchiaiate di pangrattato, un pizzico di sale e una macinata di pepe e mescolate bene.
Prendete ora il fegato di maiale  e tagliatelo a tocchetti, poi mettete il tutto dentro ad una ciotola e aggiungete la salsiccia sbriciolata e il trito di erbe aromatiche.
Date una bella mescolata.
Prendete una cucchiaiata di composto e mettetela dentro ad un quadrato di rete, avvolgete bene e metteteci sopra una foglia di alloro,fermando  il tutto con uno stuzzicadenti.
Mettete via, via i fegatelli dentro ad una teglia da forno, ungete con un filo d'olio d'oliva e cuocete nel forno caldo a 170-180° per circa 45 minuti.


venerdì 17 ottobre 2014

Zuccherini di Vernio

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Quando vado a Porretta, per qualche commissione, mi fermo sempre in una  pasticceria in via Mazzini, per comprare gli zuccherini montanari. Una bottega storica, e per storica intendo che sicuramente ha più o meno la mia età, visto che ci andavo anche da bambina. Appena si entra, le narici percepiscono subito il profumo di anice, e lo sguardo rimane incantato sulla montagna di biscotti glassati e profumati, che fanno bella mostra nella vetrina.

Ho sempre pensato che gli zuccherini fossero tipici di Porretta, fino a che non mi sono " accorta", che gli stessi biscotti li facciamo anche noi, qua in vallata e precisamente a Vernio, a pochissimi km da Prato.
In effetti, i km che separano Porretta da Vernio non sono molti,  tutte e due si trovano sull'Appennino, uno chiaramente dalla parte Emiliana e Vernio sul versante Toscano, quindi penso che bene o male, si possa parlare se non proprio della stessa ricetta, ma di una ricetta, molto, ma molto simile.
I semini di anice ci sono, il liquore all'anice pure, la glassa idem, e quindi direi che ci siamo.
È una ricetta facile, basta mescolare tutto insieme, formare delle ciambelline e mettere in forno. Poi dovremo glassare le ciambelline con lo zucchero, aspettare che si raffreddino, e finalmente potremmo gustarle.

Io da bambina, partivo sempre dalla glassa... mi impegnavo a staccarla con dovizia e pazienza, un po' con i denti e un po' con le dita, e poi era la volta del biscotto morbido e sbricioloso. Ora che sono cresciuta, non lo faccio più , anche se la tentazione sarebbe forte :)

Questa è la ricetta di quelli di Vernio, 





500 g di farina 00
4 uova
50 g di burro
100 g di zucchero
 una bustina di lievito
20 grammi di semi di anice
mezzo bicchiere di liquore all' anice
300g di  zucchero semolato  per la glassa
acqua q.b

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Riscaldate il forno a 180°.
Sulla spianatoia fate la fontana con la farina, poi aggiungete gli altri ingredienti,date  una bella mescolata e impastate, finché non otterrete un impasto liscio.
Formate delle piccole ciambelline e posizionatele man mano, su una teglia antiaderente.

Infornate e lasciate cuocere per circa 20/25 minuti. 
Le ciambelline devono rimanere abbastanza morbide e non croccanti.

Sfornatele e lasciatele intiepidire.




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Intanto fate sciogliere lo zucchero insieme a un po' d'acqua, in  un largo tegame e quando vedrete che il liquido sarà quasi del tutto evaporato, versateci dentro le ciambelline e con l'aiuto di un cucchiaio mescolate, per far attaccare la glassa.

Mettete a raffreddare sopra ad una gratella.

Gli zuccherini, si possono conservare per qualche giorno, dentro a delle scatole di latta...

  

lunedì 24 marzo 2014

Laudemio e il tempo della potatura.

fattoria di maiano2



 Lo ammetto, mi sento fortunata ad essere nata su questa terra Toscana, così ricca di fascino di storia e di panorami mozzafiato.
La Toscana  con le sue colline coltivate ad olio e vino, la Toscana con i suoi sapori e profumi schietti e genuini, simili ai caratteri delle persone, che sono nate qui.
Ma soprattutto mi sento fortunata, per le occasioni che ho di poter conoscere realtà come queste che sto per raccontarvi. Si tratta di due aziende olivicole appartenenti al Consorzio Laudemio, la Fattoria di Maiano posizionata  sulle colline tra Fiesole e Settignano, e il Frantoio di Santa Tea-Gonnelli 1585 ,che si trova a Reggello.
Grazie a Laudemio e al suo blog tour, sono venuta a conoscenza di queste due realtà, che fino a pochi giorni fa, erano per me totalmente sconosciute.Il marchio Laudemio, raccoglie il meglio della produzione olivicola di 21 aziende che si trovano sparse per la campagna intorno Firenze ed anche oltre. Solo il meglio del raccolto, diventa olio Laudemio, un olio prezioso con un gran carattere e sapore e dal meraviglioso color  verde smeraldo.







fattoria di Maiano




La nostra visita è iniziata dalla Fattoria di Maiano, posizionata tra Settignano e Fiesole, con le sue quasi 20.000 piante di olivo divise tra le varietà di frantoio e moraiolo. Le olive vengono rigorosamente raccolte a mano, nel periodo che va da Novembre a Dicembre, frante entro le 6 massimo 12 ore dalla raccolta e l'olio viene immagazzinato in fusti d'acciaio ed imbottigliato solo il venduto.





Fattoria di Maiano4



Un paesaggio spettacolare sia per la campagna che circonda la villa, sia per la sua fattoria didattica, abitata da maiali, cinghiali, oche, struzzi, mucche cavalli ed asini, che sicuramente allieteranno una gita fuori porta, se vorrete  fare una visita all'azienda con i vostri bimbi e la vostra famiglia.








Questo olivo che vedete qua sopra, è un sopravvissuto alla ghiacciata del 1985, che distrusse praticamente quasi tutti gli oliveti toscani. Dalle drastiche potature, nacquero alcuni polloni  che ancora oggi regalano i loro preziosi frutti.







E la nostra visita è continuata a Reggello, al Frantoio di Santa Tea- Gonnelli 1585... cinque secoli di storia, racchiusi in quell'oliveta, posizionata su un altopiano, con alle spalle l'aria fresca che proviene dal  Pratomagno e ai suoi piedi la valle dell'Arno.
Abbiamo visto il personale dell'azienda adoperarsi alla potatura degli olivi, che si dividono in tre varietà. Moraiolo, Frantoio e Leccino.La potatura serve principalmente ad alleggerire i rami e permettere ai raggi del sole di penetrare tra le fronde, per far maturare correttamente i frutti.

potatura Frantoio Santa Tea



Miscelando con cura le varie tipologie di olive e il loro grado di maturazione, al frantoio di Santa Tea, riescono ad ottenere varie tipologie di olio, che vanno dal più delicato adatto a condire alimenti che richiedono un sapore leggero, come per il pesce, a quelli più corposi, perfetti per le insalate di verdura crude, pinzimoni e zuppe.



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Nulla è lasciato al caso al Frantoio Gonnelli... anche le fronde degli olivi appena potati, vengono disposti tra le file di alberi e tritati con il trattore, per ottenere un compost perfetto, che servirà a concimare ed arricchire il terreno.


Vecchio frantoio Santa Tea


Dopo aver visitato  il frantoio super tecnologico e innovativo, dove in un'ora si possono lavorare 100 quintali di olive estraendole a freddo, in assenza di ossigeno e sotto azoto, si rimane catturati dal vecchio frantoio, edificato nel 1426 dove ancora sono presenti, la macina ed il torchio, e si pensa ai passi da gigante che la tecnologia ha fatto durante questi secoli.
Anche qua abbiamo assaggiato un olio fantastico, che racchiude tutte le caratteristiche del consorzio Laudemio.
Per adesso vi dico solo che è fantastico...tra qualche post, vedrete come lo sto usando in cucina. Non come un grasso che serve per cuocere il cibo, ma come un ingrediente speciale che come tale, va usato.


il Frantoio SantaTea datato 1585! grazie alla famiglia #Gonnelli per averci mostrato questi tesori. #laudemio #laudemioblogtour2014





Olio Laudemio

lunedì 10 dicembre 2012

Ricciarelli


 Due settimane fa, mi sono fatta un "regalo"...
Un corso di pasticceria senese!
Contro  tutte le avversità del fato,sono partita da casa alle 6.30, e mi sono diretta alla stazione centrale, e qua è stato annunciato il ritardo di 20 minuti, del mio treno diretto a Rifredi,  leggasi aver perso la coincidenza che da Rifredi, mi avrebbe portata  ad Empoli, e da qua a quella per Siena ...  causa passaggio a livello divelto da un'auto...
 Ho dato "buca" alla mia amica Patty alias Andante con gusto, che mi aspettava alla stazione di Castellina per accompagnarmi in auto dal mio "regalo"... il treno che sono riuscita a prendere, fermava a Siena Centrale,e non a Monteriggioni/ Castellina!!
 Sono scesa dal treno e ho trovato all'uscita della stazione di Siena, l'unico tassista "rinco" che dopo avermi rassicurata dicendomi  che era "nato" nella zona dove mi avrebbe dovuta accompagnare, e che quindi la conosceva come le sue tasche, mi sono accorta, dopo circa 20 minuti che viaggiavamo, che eravamo decisamente troppo in in "alto" , per essere vicini alla mia meta!!
 Dopo essere stata ulteriormente rassicurata dal  rinco, che eravamo sulla strada giusta, dopo 45 minuti in giro per il magnifico paesaggio senese, dopo che il rinco, si è degnato di chiedere informazoni, ad un passante ...e sentirsi rispondere che aveva scazzato, ed eravamo "fuori" di almeno 10 km ...
Dopo aver preso in mano il cellulare, ed aver chiamato mio marito a casa, per sentire una "voce amica", visto che il rinco, aveva iniziato a parlare tra se e se, farfugliando sottovoce e chiedendomi scusa  in maniera alquanto sospetta, causandomi quelli che qua in toscana si chiamano "bordoni". o pelle d'oca dalla fifa ...
Dopo aver visto il "rinco" prendere a sua volta il cellulare, e telefonare alla compagna( o forse voleva anche lui, sentirsi rassicurato, visto che ero, veramente sull'incazzato? ...) , chiedendo dove si trovasse la tenuta di "ROCCA DELLE MACIE" , e sentir uscire dalla mia bocca, un urlo di rabbia, che gli comunicava, che doveva portarmi davanti alla tenuta del "CECCHI", brutto imbecille!!

Ecco che ,tra un'imprecazione e l'altra, un moccolo toscano e uno trentino, i miei occhi hanno visto finalmente la luce, un cancello amico,che indicava l'entrata del luogo, dove dovevo arrivare!

 Dopo 45 minuti da Siena a Castellina Scalo,( credo che ci vogliano 10/15 min con un tassista serio...) ero finalmente arrivata da Lui, e dal mio agognato regalo!
Un corso sulla pasticceria senese, dal mio amico Filippo Saporito, chef de La Leggenda dei Frati, a Castellina Scalo!
Giuro, che avrei baciato la terra, appena scesa dal taxi, se non fossi stata in ritardo, di almeno un'ora!!



La rabbia, si è immediatamente volatilizzata, appena li ho visti ... Filippo, sua moglie Ombretta, e la mia Andante preferita :)

Conosco Filippo e la sua fantastica cucina, da quasi un anno ... ho avuto l'onore di fargli un paio di interviste, ed ogni volta che sono con lui, le parole buonumore e risate, fanno da padrone.Ottimo chef, uomo solare, portatore sano di buon umore, con sua moglie Ombretta, compongono la coppia perfetta,  una magnifica complicità, che si può intuire, è sia tra i fornelli, che nella vita fuori da quelle mura.
Quando Patty, mi ha detto che Filippo e sua moglie Ombretta, tenevano corsi di cucina, nel loro meraviglioso ristorante, non ho saputo resistere, ed ho organizzato, il viaggio! ( Odissea ...)
Se non fosse per la distanza, andrei ad ogni corso che organizzano, ma per chi sta in zona, vi consiglio di tenere d'occhio il blog, perché vi aggiornerò con le date e le tipologie dei corsi, che Filippo ed Ombretta, terranno a partire dal nuovo anno...
 
  • corso di cucina indiana
  • corso di pasticceria secca
  • corso di cucina giapponese
  • corso di cioccolateria



Ho imparato anche a preparare dei morbidissimi Ricciarelli, dolci tipici di Siena, e legati in maniera indissolubile alla tradizione natalizia.
Mi ricordo le ceste che babbo portava a casa, qualche giorno prima di Natale,come regalo da parte della ditta dove lavorava, oltre alla bottiglia di spumante, non mancava mai, la scatola bianca, con dentro i famosi Ricciarelli, e io riuscivo sempre a cospargere di zucchero a velo, tutti gli abiti che indossavo...




  • 500 g di zucchero semolato
  • 500 g di farina di mandorle
  • 100 g d'albume
  • buccia di limone e d'arancia grattugiate
  • 1 bacca di vaniglia



Sbattete con una forchetta gli albumi, in modo da slegarli leggermente, e in una ciotola abbastanza capiente, mescolate tutti gli ingredienti, fino a formare una massa compatta.
Mettete a riposare il tutto per alcune ore, coprendo la ciotola con della pellicola.
Spolverizzate la spianatoia con dello zucchero a velo, fate dei cilindri, appiattiteli leggermente sulla superficie, e tagliateli a rombi, aggiustate la forma con le mani, e passateli  in abbondante zucchero a velo, e successivamente appoggiateli sulla placca del forno, coperta di cartaforno.
Cuocete a 200° per 6 minuti circa, una volta raffreddati, conservateli (se ci riuscite) in scatole di latta chiuse ermeticamente.

venerdì 7 dicembre 2012

Fattoria Lavacchio ... dove la parola annoiarsi non esiste.





Alcune settimane fa, sono stata invitata da Smart Box, alla scoperta di una bellissima fattoria , nella zona del Chianti Fiorentino, a  due passi da Firenze.
Si tratta dell'Agriturismo Lavacchio, nel comune di Pontassieve, immerso in un paesaggio mozzafiato, tra vigne e olivi, che ricoprono le colline che lo circondano.


Il classico paesaggio toscano, la classica quiete ... classico per me, che ho la fortuna di viverci in Toscana, ma che gni volta, riesce ancora a stupirmi, immagino quindi lo stupore di chi non conosce queste zone, quando la prima volta, arriva in posti come questo...



Alla fattoria Lavacchio, penso che non che ci sia modo di annoiarsi, tra corsi di equitazione, ceramica, escursioni, erboristeria,ed i corsi di cucina  per carpire i segreti della cucina toscana, credo che il tempo scorra in fretta, e in maniera piacevolissima.









Insieme al gruppo di food travel e food blogger, siamo andati alla scoperta dei vari edifici che compongono la fattoria, e se vi dico che in mezzo al nulla, abbiamo scoperto che la fattoria possiede un magnifico mulino a vento del XIX secolo, ci credereste?




 E se da quel mulino, venisse macinata dell'ottima farina, usata per preparare pane e pizze, non sarebbe un motivo in più, per andare a visitare l'azienda? La fattoria, produce anche olio e vino con certificazione biologica, e chiaramente tutti i prodotti che vengono usati anche per il ristorante che si trova a pochi metri dal mulino, sono a km 0.

Cavolo nero








Dopo la splendida passeggiata, siamo stati deliziati con un ottimo pranzo, in una sala accogliente di Casabella, dove la tradizione culinaria toscana, ha fatto veramente da padrona.

L'aperitivo con i salumi toscani e dell'ottimo syrah Albeggio prodotto dalla Fattoria








Crespelle  



Il magnifico arrosto misto e patate




il delizioso tiramisù


Oltra al magnifico paesaggio, l'ottimo vino, la cucina buonissima, anche la struttura che accoglie chi intende soggiornare alla Fattoria Lavacchio, è veramente di un ottimo livello, e spero che le foto, possano rendere la giustizia, che merita.

L'angolo relax





Una delle camere   






Fattoria Lavacchio
via Montefiesole 55
Pontassieve Firenze

http://www.fattorialavacchio.com/