venerdì 26 febbraio 2010

I Bibanesi

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Bibanesi...bibanesi!!
Quando ho letto per la prima volta, questo nome dalla mitica Paoletta, giuro che per un attimo ho pensato che fosse un nome inventato, era troppo buffo per essere un nome vero e proprio!
Invece ho scoperto che i bibanesi, prendono il loro nome dal paesino dove sono prodotti, Bibano di Godeca S.Urbano, in provincia di Treviso e sono dei bocconcini di pane, stirati a mano, così croccanti e friabili, che appena assaggiato il primo, la mano scatta veloce per accaparrarsene subito un altro.

Visto che non li conoscevo, prima ho acquistato una confezione di Bibanesi al super...mi sono sacrificata per capire che sapore e che consistenza avesse il prodotto,(hahahahaha) e poi ho fatto quelli di Paoletta!!

Se dico che quelli di Paoletta sono esattamente uguali a quelli comprati mi credereste?

Si mantengono a lungo in una scatola di latta, ma sinceramente i miei non sono mai durati tanto a lungo, come ho detto prima, sono così buoni che possono creare una seria dipendenza...

Li ho fatti svariate volte, ed ho anche provato a farli con il lievito madre...buonissimi anche così, serve solo una maggiore lievitazione, ma il prodotto finale è da 10 e lode.

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Questa è la ricetta originale di Paoletta





I BIBANESI

Ingredienti:
400 gr di farina 0
150/180 gr circa di acqua (l'impasto dovrà essere morbido come il lobo dell'orecchio, ma staccarsi dalla spianatoia)
1 cucchiaino di malto
50 gr olio evo
30 gr. di strutto
12 gr lievito di birra
8 gr sale
Semi di sesamo

Procedimento:

1. Impastate tutti gli ingredienti per circa 10 minuti, a mano sulla spianatoia. Lasciar riposare l'impasto 30’.
2. Formare dei grissini grossi circa un dito e lunghi, ripassate nei semi di sesamo, poi tagliate pezzi da 5 cm. lasciandoli abbastanza irregolari, insomma non perdete tempo a farli belli!
3. Sistemateli in una teglia coperta da carta forno e lasciateli lievitare ancora 1 ora circa, ma non di più.
4. Infornateli a 180°/190° per 25 minuti, o fino a che sono dorati.
5. Abbassate il forno a circa 150° e lasciateli tostare ancora una decina di minuti, controllateli, devono rimanere dorati, ma diventare croccanti anche dentro.
6. Fateli raffreddare in forno spento e semiaperto, quest'ultima cosa è importante, siate pazienti e aspettate che siano completamente freddi per assaggiarli.

Si conservano benissimo anche una settimana in una scatola di latta.

Per farli con il lievito madre

Ho usato il 30% sul totale della farina...
Cioè su 400 g di farina, 280 g di farina e 120 g di lievito madre, che ho sciolto nell'acqua tiepida che serviva per l'impasto, poi ho continuato ad aggiungere tutti gli altri ingredienti, come la ricetta originale, non aggiungendo ovviamente il lievito di birra!
Vi ricordo che questo tipo di impasto richiede una lievitazione più lunga, ma se ne avete il tempo e sopratutto la voglia, sinceramente ne vale proprio la pena.

lunedì 22 febbraio 2010

Torta alla crema di mascarpone.

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All'avvicinarsi di un compleanno speciale, tipo quello di mia figlia ...mai e dico mai, farle scegliere il dolce dal libro dell'Accademia dei Grandi Maestri Pasticceri, potrebbe accadere di vederla arrivare con un sorrisetto, e sentirvi dire

"Mamma, ho scelto questa abbastanza facile, è tipo un tiramisù...però, però...ha questa fascia che lo circonda chi mi piace un casino!"

Immaginate me, che abbasso gli occhi, guardo la foto ed esclamo...

No, è meglio che non vi dica quello che ho esclamato veramente...lascio alla vostra immaginazione libero sfogo...poi ho guardato il viso di mia figlia, ed ho pensato...

"Su, dai...che ci vorrà mai a fare sta fascia...fondamentalmente è un tiramisù con la cintura, almeno provaci Aurelia!"

Allora, se avete sto benedetto libro, andate a vedere a pag 55, rifatevi gli occhi e abbiate parole di pietà nei miei confronti...se non lo avete, ed io sinceramente me lo auguro...guardate il mio, e pensate che quello vero non ci assomiglia manco per niente!!! hahahahaha

L'unica cosa che mi tranquillizza è la bontà di questa torta, il sapore sono sicurissima che sia uguale all'originale, e posso dirvi che è da applausi.


dolce tiramisù fetta



Torta alla crema di mascarpone

Pan di Spagna di Luca Montersino

Ingredienti:
250 g di uova intere
175 g di zucchero semolato
150 g di farina 00
50 g di fecola di patate
1 bacca di vaniglia bourbon

Preparazione:
Montate le uova intere con lo zucchero e la vaniglia nella planetaria con la frusta, fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro.
Togliete dalla macchina ed aggiungete a mano con un cucchiaio di gomma la farina setacciata insieme alla fecola di patate, miscelando il tutto delicatamente dal basso verso l'alto.
Mettete immediatamente il composto cosí ottenuto negli stampi imburrati ed infarinati, cuocete subito in forno a 190° C per 20 minuti circa.
Ho cotto il pan di spagna in una tortiera apribile di 20 cm di diametro


Decoro per arrotolato (la famosa cintura )

40 g di tuorli d'uovo ( n° 2)
10 g di zucchero
10 g di burro fuso
5 g di cacao in polvere

Qualche cucchiaiata di impasto del pan di spagna

Mescolate energicamente, i tuorli, con lo zucchero, il burro fuso ed il cacao, poi spalmate il composto su un foglio di carta da forno, in uno strato sottile, poi disegnare con le 4 dita, delle onde su tutta la superficie.
Coprire il tutto con qualche cucchiaiata di composto del pan di spagna, e stendetelo di uno spessore di circa 5 mm.
Infornare per 4 min a 230°, poi sfornare subito, e senza ustionarvi, togliere delicatamente l'arrotolato dalla carta.

Crema di mascarpone

150 g di zucchero
50 g di acqua
100 g di tuorli d'uovo
1 baccello di vaniglia
500 g di panna fresca
250 g di mascarpone

Cuocere zucchero e acqua, ad una temperatura di 120°, poi versare sui tuorli e montarli, o in planetaria o con un frullino.
Incorporare i semini della vaniglia, e lavorare la massa finché non si sarà raffreddata.
Montare leggermente la panna ed il mascarpone insieme, poi aggiungere i tuorli e amalgamare il tutto perfettamente.

Per montare il dolce...
In un anello per torte da pasticceria, mettere una striscia alta 3 cm, come giro torta di arrotolato decorato (la cintura), sul fondo un disco di pan di spagna di un cm circa, inzupparlo con del caffé espresso zuccherato,poi fare uno strato di circa 3 cm di crema al mascarpone, di nuovo un disco di pan di spagna, inzuppate anche questo con il caffé, e completate con il resto della crema.

Mettere in frigo, a compattare il tutto, e al momento di servire, estraete dall'anello e spolverizzate di cacao amaro.

venerdì 19 febbraio 2010

Nodini in padella delle Simili.

nodini delle simili 2



Quando ero piccola, e mi dovevo ricordare qualcosa di importante, nonna Maria mi diceva sempre...
"Aurelia, fatti un nodo al fazzoletto, così quando lo guarderai, ti verrà in mente cosa devi fare."

Io il nodo lo guardavo, e lo riguardavo...ma mai una volta che mi sia tornato in mente il perché lo avessi fatto!!

Questa volta invece, ho fatto tanti nodi, ho annodato delicatamente dei lunghi grissini di pasta di pane, e mi ricordo benissimo quello che dovevo fare, anzi quello che vi volevo dire...

Questi nodini sono favolosi, fateli, fateli, fateli!!!

E' una ricetta delle sorelle Simili, che sicuramente è straconosciuta dalla maggior parte di voi, ma io ho voluto aspettare a farli finché non ho avuto tra le mani il loro ultimo libro "La buona cucina di casa!"

Sono così buoni, che in 3 giorni, li ho rifatti per ben due volte...possono essere un buon antipasto, oppure accompagnati da un buon bianco frizzantino, un delizioso aperitivo.



Nodini in padella delle Simili

Ingredienti

500 g di farina 00
250 g di acqua
25 g di lievito di birra
10 g di sale

per la salsa (da preparare qualche ora prima)
150 g di olio
2 spicchi di aglio
6 cucchiai di prezzemolo tritato
2 peperoncini rossi

Per la cottura, una bella padella capiente, con il suo coperchio

Amalgamare bene gli ingredienti. Fare un impasto e lasciarlo riposare 30-40 minuti. Prendere una piccola quantità di pasta e fare un grissino sottile lungo 15-20 cm, annodarlo tenendo ben largo il nodo al centro. Fare solo i nodini che la padella può contenere, senza che si tocchino crescendo, e tenendo il resto della pasta ben coperto. Ungere molto leggermente la padella con poco olio e metterla sul fuoco medio sopra uno spargifiamma. Scaldarla ed aggiungere i nodini. Coprirli e cuocerli per 4 minuti circa. Girarli e continuare la cottura per altri 4 circa.
Attenzione: i nodini avranno dei punti un po' bruciacchiati, non preoccupatevi perché è la loro caratteristica. Togliete i nodini dalla padella e versateli nella teglia con la salsa e con due palette di legno rigirateli più volte.

mercoledì 17 febbraio 2010

Crostata di mele alsaziana, di Adriano

Crostata di mele Alsaziana

Una crostata di mele buonissima, con una cremina delicatissima che avvolge le fettine di mela, una pasta frolla deliziosa, che racchiude il tutto...

E io 'sta ricetta me la ero dimenticata!!!

Giorni fa, rimettendo a posto delle foto nel pc, mi sono imbattuta in questa foto...l'ho osservata bene, e ad un tratto sono rimasta folgorata!!!

Cavolo, ho esclamato, ma questa è la crostata del Maestro, si si, proprio lui...il "Grande Adriano", come ho fatto a lasciarla da una parte e dimenticarmene?

Sarà mica, che ha ragione mio marito, quando dice che sto invecchiando????

Comunque, l'importante è averla ritrovata, per poter condividere la ricetta con voi tutte, ma soprattutto per aver l'occasione di farla nuovamente.

Ecco la ricetta, come l'ha scritta Adriano

Crostata di mele alsaziana

Ingredienti:

400gr pasta frolla
4 mele di media misura
succo di 1 limone
crema:
150gr panna fresca
140gr latte intero
50gr zucchero
2 uova
1 tuorlo
1 pizzico di sale
I semi di ½ bacca di vaniglia o ½ cucchiaino di estratto
zucchero a velo

Foderare uno stampo da crostata da 30cm con la pasta frolla. Bucherellare il fondo e cuocere in bianco a 180° per 12’.
Nel frattempo sbucciare le mele, tagliarle a quarti, poi a fette e spruzzarle con il succo di limone.
Adagiarle nel guscio di frolla disponendole a raggiera.
Sciogliere lo zucchero nel latte, unire tutti gli ingredienti della crema alle uova leggermente sbattute, mescolando senza montare e versare il composto nel guscio, distribuendolo uniformemente.

Infornare a 190° fino a cottura, ca. 40’. Negli ultimi 10’ spolverare generosamente di zucchero a velo. La crostata è pronta quando la crema è rassodata, ma ancora umida e tremolante. Non superare questo stadio di cottura.

mercoledì 10 febbraio 2010

Millefoglie di crackers alla crema chantilly

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Per parlarvi di questo dolce, devo andare indietro nel tempo, diciamo circa agli anni 80, forse più precisamente il 1987.

Mi ricordo che erano gli anni in cui, la mia focaccia appena sfornata assomigliava come forma e consistenza ad un piatto da pizza di ceramica, erano gli anni in cui la mia insalata di polpo, era talmente dura, ma talmente dura, da non riuscire a masticarla, erano gli anni in cui...tagliuzzando allegramente dei funghi champignon per fare delle scaloppine ...dopo averli affettati tutti, mi accorsi che mi mancava un'unghia alla mano sinistra...e buttai via tutto!!!

Insomma per farla breve, erano gli anni in cui stava sbocciando la mia passione per la cucina...ma in effetti ero veramente una frana!!!!

Erano gli anni, in cui andavano di moda le riunioni in casa di amici, dove c'era il rappresentante di turno, che ti voleva affibbiare le famose pentole, o il famoso aspirapolvere...

E' durante una serata come questa, che la padrona di casa ci offrì questa delizia, e io me ne innamorai subito!

Quello che mi colpì, fu la loro facilità nel farli...

Mi fu detto.
"Aurelia, ma che vuoi che ci voglia a farli...crackers non salati, crema pasticcera, pavesini e alchermes, tutto a occhio!!!"

A parte i crackers non salati, gli altri ingredienti erano sempre presenti nella dispensa di mamma, anche perché erano gli anni, in cui ogni domenica veniva preparato il tiramisù o la zuppa inglese...

Immaginate che non provassi subito?

Piacquero così tanto, che questi dolcetti, divennero il mio cavallo di battaglia, poi piano piano, io sono cresciuta sia in cucina che con l'età, e loro sono spariti in un angolino della mia memoria, fino a qualche giorno fa, quando prepotentemente sono riapparsi!

La modalità e la tecnica, si sono raffinati... la classica crema pasticcera, è diventata una squisita crema chantilly, e la mia memoria è tornata indietro.

dolce di <span class=

Millefoglie di crackers alla crema chantilly

Per una teglia di cm 20 x 30

Crema chantilly

100 g di zucchero
250 g di latte
25 g di amido di mais
60 g di tuorlo (circa 3)
1/2 bacca di vaniglia (solo i semini interni)
scorza di mezzo limone

250 g di panna fresca

Mettere a bollire il latte, poi toglierlo dal fuoco.
Intanto in una pentola, mescolare zucchero,amido,tuorli,vaniglia, poi aggiungere a filo il latte , mescolare e mettere sul fuoco basso, mescolando fino a cottura.
Togliere la buccia di limone, far raffreddare la crema, montare la panna ed aggiungerla delicatamente al resto del composto.

Occorrono anche...

crackers NON salati 4 pacchettini circa
pavesini 3 pacchettini circa
alchermes circa 40 g
acqua 40 g
un cucchiaio di zucchero semolato

zucchero a velo per coprire

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Preparate uno sciroppo, con l'alchermes, l'acqua e lo zucchero, che servirà per bagnare i pavesini.

Si inizia facendo uno strato di crackers, uno strato di crema chantilly, uno strato di pavesini inzuppati nell'alchermes, altra crema e quindi uno strato di crackers per chiudere il tutto.

Coprire il dolce con la pellicola per alimenti, mettete in frigo per qualche ora, e al momento di servire cospargete la porzione con dello zucchero a velo!

Crema chantilly

Crema chantilly

100 g di zucchero
250 g di latte
25 g di amido di mais
60 g di tuorlo (circa 3)
1/2 bacca di vaniglia (solo i semini interni)
scorza di mezzo limone

250 g di panna fresca

Mettere a bollire il latte, poi toglierlo dal fuoco.
Intanto in una pentola, mescolare zucchero,amido,tuorli,vaniglia, poi aggiungere a filo il latte , mescolare e mettere sul fuoco basso, mescolando fino a cottura.
Togliere la buccia di limone, far raffreddare la crema, montare la panna ed aggiungerla delicatamente al resto del composto.

lunedì 8 febbraio 2010

Lumachelle orvietane

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Mi sono innamorata di queste lumachelle, appena le ho viste dalla mitica Milla, e lei a sua volta le aveva viste da Scorza d'arancia ,che a sua volta le aveva adocchiate dalla vera ideatrice della ricetta...ovvero Paoletta,di anice e cannella che non contenta della prima ricetta,pensa bene di fornire addirittura una nuova versione questa qua...

Ho scritto tutti sti passaggi, per farvi capire come possono essere buone, se tutte 'ste donnine, si sono prese la briga di farle!

Buone, ma proprio buone...arricchite di formaggio e salumi, possono essere un delizioso aperitivo, una saporita merenda, o un blocca fame quando lo stomaco brontola.

Io ho provato anche a surgelarle,una volta cotte e ben raffreddate.
Una volta scongelate, e passate pochi secondi nel forno o nel micro, ritrovano tutta la loro fragranza!



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Ingredienti:
  • 500 gr di farina 0
  • 280 gr di acqua
  • 200 gr di prosciutto crudo a dadini
  • 100 gr di parmigiano grattugiato
  • 20 gr di strutto
  • 20 gr di olio evo
  • 3 g di lievito di birra disidratato o 7 g fresco
  • 8 gr di sale
  • una bella macinata di pepe nero fresco
Preparazione: mettere la farina con il lievito nella planetaria con il gancio impastatore, avviare a minima velocità ed incorporare piano piano l'acqua tiepida ( a volte può volerci di meno), poi aggiungere, l'olio, lo strutto, il parmigiano, il prosciutto e per ultimo il sale ed il pepe, fate andare a velocità massima per qualche minuto poi rimettete a velocità media ed impastare per circa un quarto d'ora poi mettete a lievitare in un luogo tiepido coperto con un panno umido. Trascorsa circa un'ora l'impasto sarà più che raddoppiato a questo punto riprendetelo e suddividetelo in palline di circa 40 gr l'una, stendetele in filoncini che poi avvolgerete su loro stessi a chiocciolina. Trasferiteli sulla carta da forno, fate lievitare ancora per circa 20 minuti poi infornate a 190° ( forno già caldo) fino a doratura ( circa 10-15 minuti)

venerdì 5 febbraio 2010

Baccalà alla livornese

baccalà alla livornese3


Io, sinceramente non so come mangino i livornesi... ma il baccalà lo fanno di molto bono!!!

Scherzi a parte, ecco un'altra ricetta tipicamente toscana, con i suoi ingredienti semplici e genuini, un'altra ricetta del grande Paolo Petroni, che mi aiuta con il suo libro, nel ritrovare i vecchi sapori di una volta.

Il baccalà alla livornese è un sapore di questi, un piatto che mi fa ricordare quando ero bambina, ed intorno al tavolo sedevano tanti miei cari, che adesso non ci sono più!

Non disdegno i sapori nuovi, ma penso che ogni tanto, rimanere attaccati alle nostre tradizioni, anche se sono solo dei piatti della "vecchia" cucina, faccia bene al nostro cuore e alla nostra memoria...


Baccalà alla livornese

dal libro "il libro della vera cucina marinara" di Paolo Petroni

Per 4 persone

800 g di baccalà bagnato ( mi raccomando se lo acquistate salato,tenetelo almeno 48 ore a bagno in acqua fresca, pena il sembrare un beduino nel deserto, senza una goccia d'acqua...dopo poche ore dall'averlo mangiato)
500 g di pomodori pelati
2 o 3 spicchi d'aglio
prezzemolo
farina
olio di arachide per la frittura
olio d'oliva
sale e pepe

Diliscare il baccalà, e tagliatelo a pezzi abbastanza grossi, circa 3 dita per 4, infarinatelo e friggete in olio d'arachide finché i pezzi non sono belli croccanti da ambedue le parti.
Man mano che sono pronti, metteteli ad asciugare dall'olio sulla carta assorbente.

Nel frattempo preparate il sugo, rosolando un trito di aglio e prezzemolo, appena accenna a colorire, unite i pomodori, salate pepate e lasciate cuocere per circa un quarto d'ora.

Appena il sugo sarà pronto è il momento di aggiungerci i pezzetti di baccalà, in un solo strato, e di lasciarli insaporire per 5 minuti, a fuoco moderato.

Cospargere di altro prezzemolo fresco e servite

mercoledì 3 febbraio 2010

Il ciambellone di Adelaide

ciambellone all'acqua



Penso che questo ciambellone, sia il più famoso sulla faccia della terra, o almeno nel mondo di noi foodblogger.

E' il famoso ciambellone di Adelaide Melles Adelaide Melles

, o per dirla tutta il ciambellone di sua mamma, un ciambellone molto particolare, perchè tra i suoi ingredienti possiamo trovare un ingrediente particolare...l'acqua!!

Dire che è solo soffice, è il non rendergli giustizia, non è solo soffice, è talmente soffice da assomigliare a una nuvola, anche per i giorni a seguire,sempre che vi avanzi...


ciambellone all'acqua 2

Il ciambellone più soffice del mondodi Adelaide Melles



Ingredienti:
250 g di zucchero
250 g di farina
3 uova
130 g di olio di semi di mais oppure olio d'oliva leggero
130 g di acqua
una bustina di lievito,
un pugnetto di uvetta (facoltativo)
un po' di rum
2 cucchiai di cacao amaro

Mettere nel robot le uova, sbatterle con lo zucchero fino a farle diventare spumose, aggiungere l'olio, l'acqua, il rum, la farina ed infine il lievito, se si vuole anche l'uvetta infarinata.
Imburrare uno stampo a ciambella, come quello del budino, versarvi i 3/4 del composto. Nel rimanente composto mettere due cucchiai di cacao amaro, mescolare bene e far cadere nello stampo sul composto bianco. Fare dei cerchi concentrici con un coltello per far venire l'effetto marmorizzato. Cuocere in forno caldo, a 180° per circa 40 minuti, farà fede la prova stuzzicadenti. Vi assicuro che non ho mai mangiato un ciambellone così soffice.

N.B. il composto alla fine risulterà piuttosto liquido, non aggiungere altra farina, è proprio così che deve venire, ed è questo il segreto della sua morbidezza. Se lo provate fatemi sapere.
A scelta si possono aggiungere:
- limone grattugiato
- rum
- gocce di cioccolato
- uva passa
- il latte al posto dell'acqua ma il risultato non è lo stesso

lunedì 1 febbraio 2010

La Sachertorte

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Postare la ricetta della Sachertorte,senza aver mai assaggiato quella originale, devo dire che è alquanto strano...

Mai stata in Austria, mai acquistato questo dolce in pasticceria, mai assaggiato la Sacher di qualche amica insomma io della Sacher non so assolutamente nulla, ne che consistenza abbia, ne che sapore abbia...insomma nada de nada!

Fino a qualche giorno fa,quando ho visto la sachertorte di Paoletta



In odor di compleanno,il periodo invernale per la mia famiglia, è tutto un susseguirsi di festeggiamenti...ho deciso di sperimentare la Sacher di Paoletta, la sua foto mi aveva conquistata, e poi dai, non posso mica dire in giro che non ho mai assaggiato la sacher!
Che food blogger scarsina sarei!!!

Ho seguito la ricetta di Paoletta, tutto per filo e per segno, ed il risultato è stato perfetto.

Soffice, morbidosa, si scioglie in bocca...non strozza o aggozza,come dir si voglia, e anche la glassa che aveva fatto penare tanto Paoletta,è stata un successo!

E' perfetta, sia come dose, che come consistenza,infatti al momento del taglio non si è sgretolata in minuscoli pezzettini,come di solito mi succede quando ricopro una torta con la glassa, ma ha seguito la linea del coltello in maniera perfetta.

Unica differenza ho usato uno stampo di ...ehm ,aspettate che cerco il righello e misuro la teglia...
Eccomi qua,allora la teglia è di 20 cm, ed è perfetta come misura!

Vi metto la ricetta direttamente come l'ha scritta Paoletta


LA SACHER TORTE di TERESA ( di Paoletta... e ora anche di Aurelia)

farina (20 gr)
maizena (40gr)
burro (90gr)
zucchero a velo (80gr)
cioccolato fondente (90 gr)
farina di mandorle (30gr) 3 amare
4 tuorli5 albumi 1/2 bustina di lievito

PER LA GLASSA: di Maria Letizia

Non è morbida, è proprio un guscio, ma si taglia una meraviglia senza spezzarsi, credo sia perfetta!
200 gr di cioccolato fondente70 gr di burro2 cucchiai d'acqua

Note di Paoletta: la prossima volta ne farò doppia dose, perché io che non ho la mano ho dovuto stenderla, e non era così tanta da colare per avere la superficie perfettamente liscia.

Nota di Aurelia : se si usa uno stampo di 20 cm, e una spatola, non ci sono problemi... ;)
Procedimento:

Ho montato con le fruste per diversi minuti il burro morbido con 50 gr di zucchero, poi ho aggiunto i tuorli uno ad uno, aspettando che il precedente fosse ben amalgamato al composto.Nel frattempo avevo fuso il cioccolato a bagnomaria e fatto intiepidire e l'ho amalgamato sempre montando bene.Poi pian piano ma a mano, la farina, la maizena e la farina di mandorle setacciate bene con il lievito. In ultimo, cercando di non smontare il tutto, gli albumi montati a neve con il resto dell zucchero. Ho infornato in uno stampo estraibile da 24, a 170° per 40 minuti circa.
Una volta raffreddata, l'ho tagliata in due dischi con un filo da cucito posizionandolo tutto attorno alla torta e tirando verso di me. Poi ho spennellato la superficie inferiore con della marmellata di albicocche che avevo precedentemente frullato bene con il mixer. Ne va poca, diciamo sui 3 mm.Ho posizionato il disco superiore e l'ho spennellato anche questo con la marmellata, qui ne andava un velo... io ne ho messa troppa.
A questo punto ho preparato la glassa come da descrizione di Maria Letizia:Far sciogliere a bagnomaria 200g di cioccolato fondente con 70g di burro e 2 cucchiai di acqua (fidatevi, non impazzisce), mescolando continuamente; il fuoco deve essere dolcissimo e l’acqua non deve bollire assolutamente, anzi, è meglio che ogni tanto togliete tutto dal fuoco per far perdere un po’ di calore. Quanto il cioccolato sarà diventato bello fluido e lucido lo si può versare sulla torta: tenete il piatto della torta poggiato su una mano e con l’altra versatevi il cioccolato fuso sopra, roteando il piatto della torta , in modo che il cioccolato copra tutti i lati.

Paoletta dice anche...
"Ecco, a me questa operazione è riuscita difficoltosa, forse, come dicevo, se avessi preparato la glassa in doppia dose, sarebbe stato più semplice... o forse avrei avuto bisogno di una spatola che non avevo e ovviamente di una buona mano!
Ma la bontà di questa torta, credetemi, è una cosa coinvolgente!"

Concordo pienamente con Paoletta, questa torta è una cosa incredibile...